Dedico questa appendice a tutte le inevitabili omissioni intervenute nei precedenti post, anche affidandomi ai gentili suggerimenti di quanti mi hanno riportato alla memoria altri luoghi riaffiorati dalla nebbia del tempo. In Piazza Monsignore sotto il palazzo D'Auria c'era il negozio di calzature di Mirizio dove mia madre mi comprava le prime scarpe, anche quelle di vernice che si aprivano giocando a pallone. Nei pressi dell'Istituto S. Giuseppe c'era il Bar Odeon e la prima succursale della Posta dove andavo ad acquistare i francobolli di prima emissione per la mia collezione. Sull'altro lato della strada, ricordo vagamente il mulino Meo-Evoli, dove ora ci sono i palazzi Alba, l'ultimo mulino "cittadino" rimasto. Sotto l'Istituto "Montessori", occupato dalle prime due classi del Liceo Scientifico c'era il bar Kennedy (poi Florida, ora Blanco) che frequentavamo durante le ricreazioni.
Tanti i bar che mi sono tornati in mente: il Bar Sisina, una vera e propria istituzione alla fine di via S.Anna, dove di fronte ricordo la pizzeria Corallo. Il bar di Giuseppina in via Ten.Vitti, angolo via Marsala e il bar Levante in via Sforza dove ora c'è l'emporio cinese, tutti frequentati per via dei gloriosi flippers (emblematica la "mossa" per evitare di perdere la pallina senza far uscire il "tilt").
In piazza D'Annunzio si fronteggiavano in quotidiana concorrenza il bar Trieste e il Tipsy Bar.
Un discorso a parte merita la sede dell'Arca Gam nel vicolo di fronte al Cinema Vittoria, ora via Ligabue. Anche a Monopoli fiorì una scuola politico/cuturale alternativa il cui mentore fu Angelo Montanaro. Grazie a questa presenza, nel paese vennero introdotti temi che la plumbea egemonia democristiana aveva reso tabù.

Bar Kennedy, già Florida, da qualche anno Blanco
RispondiEliminaL'elettrauto Carparelli era dove oggi c'è la BdM ex Banca popolare di Bari.
RispondiEliminaDove ora c'è il negozio Vittorio Emanuele c'erano gli uffici delle autolinee Galanto & Alò non di Alò Alfredo. L'ingresso era dietro l'angolo da via Ricciotti in cui parcheggiavano le corriere fino al termine della strada dove si trovavano garage e officina. Te lo avevo fatto notare tempo assietro ma ti sarà sfuggito.
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RispondiEliminaLa maschera del Radar si chiamava Spinetti non Spinelli
RispondiEliminaL'elettrauto di viale delle rimembranze era Paolo Carparelli
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