Vogliono cancellare il giorno di festa della Madonna della Madia.
Le riflessioni che sono scaturite ad un agnostico
che ha sempre lavorato quel giorno, sono apparentemente contraddittorie.
E' una tendenza di moda, un trend come si dice.
Cancellare le festività, che siano civili, religiose o patriottiche.
Il primo maggio, la liberazione, le feste patronali.
Tutte in un vecchio scatolone, tutte al macero senza riciclo.
Tutte sacrificate sull'altare della produttività, della crescita.
Per andare dove, nessuno lo sa.
Per produrre cosa e per chi, nessuno ce lo dice, neanche i professori al governo.
E centelliniamo allora con avidità quel profumo fragrante, quell'aria sottile e invitante
che ci avvolge quando passeggiamo le mattine imbrunite di queste ultime giornate di festa.
Quanto sarebbe bello investire in cultura, arte, poesia, ambiente.
Quanto sarebbe bello capitalizzare una giornata di festa
anzichè il grigio patrimonio di un Istituto di Credito.
Quanto sarebbe bello rivitalizzare la storia, le tradizioni, le ombre maestre del passato.
Ci aiuterebbero a vivere meglio, a rispettarci, ad apprezzare la vita e le sue grandezze interiori.
Cresceremmo si, e pagheremmo i nostri debiti con la grandezza delle nostre anime.