25.2.23

Mi manchi poesia



Mi manchi, poesia.
Sintagma essenziale
di un illogico costrutto
compagna ed amante
fucina e voragine
riportami con te
a farfugliare sogni.

17.2.23

L’ordine dei sogni



Mi piace l’ordine.
Prima di alzarmi
ripongo i sogni
in ordine di fattibilità.
Prima il caffè
e l’orizzonte
che m’investe
alla finestra.
Non ricordo il resto
tranne che
pace e socialismo
mi scappano
sempre di mano
e rotolano in fondo.

E poi ci sei tu
inclassificabile
che mi tieni
per le tempie,
i baffi di caffè,
la tua danza
sulla soglia
il pigiama in terra
e il gioco del sole
sulla tua schiena.

12.2.23

La virgola



È freddo
il mio periodare,
l’accumulo di righe,
sovrapporsi e confondersi
di PensieriAzioni,
ma il muro di una virgola
erge il Tuo
pensiero invalicabile,
un vento contrario
che sbatte sul petto
disordina e dislessica,
si trasforma in punto
per fermarmi ad amarti.

7.2.23

Turchia



Si siede il silenzio.
Prende possesso.
Regna.
Occupa lo spazio
dove concitava la vita
dove abitavano altalene.

La terra si riprende
usurpate velleità,
cristalli di cielo sfarinato.

Imperterriti
con lame di cemento
e stolida vaniloquenza
infieriamo sul corpo
di una madre spossata.

6.2.23

Opere necessarie



Prometto
di limare i miei chiodi,
arrotondare i complessi,
levigare le fisse,
oliare le ruggini,
e - soprattutto -
scartavetrare il passato.

Scusa amore
la mia faccia sporca,
ma ora sono pronto
ad abitarti dentro.

Spifferi



La subdola capacità del vento
d’insinuarsi nelle fessure,
crepitando e gemendo,
come lupi gaudenti
alla luna cadente.

Interstizi dell’anima
corridoi come serpenti,
renitenti grumi
s’aggrappano agli angoli.

Trattengo per me
uno spazio angusto
dove tu, seduta
su di una sponda di neve,
hai un fiocco di sorrisi
sparsi in un tempo vuoto.