30.3.24

Un crocifisso fuori posto



Padre
schiodami
da questa croce:
infima è la penitenza
di questo sangue
colato sul Nulla.

Sottraimi
agli sguardi pietosi
dissolti dopo l’altare.

Portami laggiù
nelle steppe sarmatiche
dove l’uomo
calpesta se stesso
dove piangono le madri,
riportami a casa
dove abbatte il capo
mia madre.

Il mio Golgota
nelle carni smembrate
di una Terra malata.

23.3.24

Gli invadenti



Genìa insopportabile
gli invadenti.

Ce ne sono di furbi.
Anzi, il più scaltro di tutti
è quello che,
travestito della mia ombra,
ha la mia voce,
usa il mio mp3,
ruba le mie poesie
e - che stress! -
mi riporta in casa
tutti i rifiuti
che scientificamente,
ammonticchio a distanza.

Mi riporta la tua voce
ballerina, un pó raschiata
da fumatrice
ogni tanto pentita,
ogni tanto depressa.

Mi ripresenta
la tua seducente ambiguità,
il candore affettato,
il tuo sapermi rapire,
ingabbiare, cucinare.

Mi riesibisce
la tua nonchalance
la “grandeur” della scollatura,
la gonna troppo corta
che facevi finta di tirar giù.

Mi squaderna
le tue incoerenze multiple,
le contraddizioni comode,
a gara con le mie,
ma sempre vincenti.

E quelle tenerezze,
quel farmi tuo strumento
quel voler essere te
- e me, e te, e noi -
io, lasciandomi fuori,
in quanto inutile
casaccio di atomi
se coagulato in te,
se parte, infima parte,
di un tutto che riempiva
il nulla, il vuoto
e ne faceva cielo,
crepa di faglia,
plasma di roccia.

Et voilà!
L’invadente
ha svuotato la discarica:

- Và via ora! -
Non ho abbastanza tempo,
nè voglia di sopportarti:
amerò questi rifiuti
orrende contumelie
che m’ingombrano il cuore.

16.3.24

Sei incancellabile tu: C. Bukovski



Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore. È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.
C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.
Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.
Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.
Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.
Quando te ne sei andata io mi sono un po’ rincoglionito.
Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?
Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.
Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.
Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.
Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.
Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.
Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?

10.3.24

Sei parole in cerca di poesia



Sei parole rabberciate
girano a vuoto,
si sentono
lettere a caso,
disfunzionali,
costrette in ipallage,
eterodirette in litote.

Sei parole in trenino
vagoncini deragliati
su binari del nonsense,
percosse e spuntate
graffiano palati
privi di saliva,
secche ed assetate.

Sei parole orfane
di una direzione,
spente di follia,
scucite di enfasi,
spogliate di un concetto
inservibile e atono.

amoreeternitàricordocuorevitapassione

Sei parole in fila
disoccupate
o sovraesposte,
sei parole mendicanti
in cerca di poesia.