Quando mi spinsi
per la prima volta
nel mondo dell’altrove
uno strano fagotto
mi premeva il petto.
Il doganiere alato
mi chiese
se avessi qualcosa
da dichiarare.
“Nulla di importante”, risposi.
“Solo cento poesie d’oro
recuperate da un pozzo
pieno di lacrime e tempo perso”.
“Allora è la porta giusta per l’altrove”,
disse il doganiere
e mi fece passare.
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