Mi si è contestato
di non avere la patente,
l’abilitazione, l’idoneità
per la carreggiata planetaria
dove circolano beatamente
terre emerse e sommerse,
civiltà vere o presunte,
dei macabri, santi inventati,
navigatori prezzolati,
invasori ed invasati,
scribacchìni e leccaculi.
Serve quella di tipo Z(ero)
io mi sono fermato
a quella di tipo U(manità).
Sbando con dissenso,
sgommo con diniego,
inverto più volte a U,
non ho traffico,
prediligo mete
in posti inesistenti.
Il navigatore dominante
mi vuol condurre
sullo svincolo unico
e io peggio: l’ho spento.
Scarrozzo le curve pericolose
i tornanti dove l’anima si storce,
i pendii dove ruzzola, geme,
prende rincorsa e s’invola.
Alla perenne ricerca
della mappa perfetta
dove si svuoti l’enfasi
dei benefici del mercato,
s’incrocino arcobaleni,
e l’uomo faccia il pieno
all’area di servizio
della Bellezza.