23.11.18
Femminicidio
Solo io
poeta di strada
spargerò versi
carezze di vento
sul selciato del mondo
Solo tu
donna di strada
indosserai quei versi
carezze di sole
intoccabile al mondo.
La mia alba
Strali
d'inconsueto senso
come filari d'alga
cingono l'alba
nubi di feltro
disegnano volti
afferro ombre
chinate sul mare
s'insinua feroce
il dubbio sulla vita.
16.11.18
Pensiero indelebile
Un pensiero indelebile
è un varco temporale
sul cielo di Venere
una breccia che sgretola
muri di piombo
ardente lava
che fonde scudi arteriosi
penetra alvei
scava promontori
è l'arco della tua schiena
tesa verso il paradiso
è la tua impronta di sole
marchiata sulla mia anima.
è un varco temporale
sul cielo di Venere
una breccia che sgretola
muri di piombo
ardente lava
che fonde scudi arteriosi
penetra alvei
scava promontori
è l'arco della tua schiena
tesa verso il paradiso
è la tua impronta di sole
marchiata sulla mia anima.
13.11.18
Resistenze
Non esiste verso
tenue grimaldello
che potrà forzare
serrate valve
ventricoli pulsanti
della tua anima
vorticosa
esplosa
di mille soli
proiettati sfiniti
su mille galassie
dove vorrei atterrare
baciando prati fioriti.
12.11.18
L’attesa
a scalfire
scaglie di momenti
rubati al vespro.
Spirali d’alabastro
ipnotiche naiadi
brumano l’aura
fluida e cruda.
L’ignoto incombe
erra sul confine
tracima di rabbia
bruca tempesta.
8.11.18
Il pescatore stanco
Il pescatore stanco
guarda con occhi lievi
l’onda che ruzzola
innervate alghe,
l’onda che flette
strascica e viluppa
sabbia e sale.
Il pescatore irato
guarda con occhi bassi
la schiuma che ribolle
di plastica intrusa,
lercia racconta
tonfi di gabbiani
trémiti di vento,
scarti di beccheggio
bagolar di verricello.
Il pescatore tetro
avverte ad occhi chiusi
l’umido che sale
perlata nebbia
rancido fumo
che affonda i sensi
abbruma i polmoni
ghiaccia le vene.
Il pescatore cupo
guarda con occhi torvi
gozzi e lampare
vira indietro il timone:
ogni ruga è un’avventura
ogni storia rema contro
la storia che dipana,
giacula, sfarina
vicende d’oltremare.
Il pescatore è fermo
statuario nel cipiglio
domatore di nodi
fra marosi mai domati
scrocchi di baracchino
ovvietà blasfeme
e laringi infrante.
Il pescatore folle
sposa cielo e mare
con un bacio dello sguardo
vola in alto sulla luna
che indica il cammino
e disegna volti antichi:
bambini nati grandi
ombre danzanti
di padri poco noti
e madri resilienti
disperse all’orizzonte.
Il pescatore piange
lacrime di velluto
ago e filo, polso fermo
rammenda la paranza
assiso sulla poppa
guarda la sua stella
ma non le sue mani.
assiso sulla poppa
guarda la sua stella
ma non le sue mani.
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