Nel mio sogno
c’è una spiaggia assolatadove mare, cielo e sabbia
in fondo al rigo dell’iride
si confondono di mistero.
E ciabattando tra furfugli
di onde giocanti
ho visto una conchiglia blu.
Le ho prestato il mio desiderio
parlandole come fosse la tua bocca
e il blu vibrava e gemeva.
Non so che poesia fosse
ma erano fuoco e spade,
voli ed uragani.
Attendevo una risposta
accostato a quella porta blu:
ma spirava solo silenzio e salsedine.
L’ho affidata alla corrente:
“Va e porta il mio bagaglio
di stelle marine ed ippocampi
granchi innamorati di sole,
va e porta l’eco del mio sorriso
fluttuante tra le curve ubriache
dei tuoi eterni ritorni”.
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