Mi stavo impegnando
a diventar grandea pensare al futuro
ringuainare la spada
e mettermi seduto
a godermi il tramonto.
Ma non ce la faccio:
sono ancora il bambino
quello che fa i cuori sul diario
quello che imita Sandokan
e spara con le pistole di Buffalo Bill.
Sono sempre infatuato
di quella del primo banco
e di quella del piano di sotto,
quello rapito da Che Guevara
quello che El Pueblo Unido
non sarà mai vinto.
Sono quello del pane tutta crosta
della mozzarella e della pizza
della granita con la panna
di Topolino e Nembo Kid
dei trenini elettrici e dei Lego.
Sono quello che porta nel cuore
i compagni di scuola
che rifarebbe tutto di nuovo
anche gli scherzi ai prof
e i tanti sette in condotta.
Sono quello che s’innamora
delle anime tristi ed incomprese
perché mi ci riconosco
sono quello delle rose rosse
sorprese tra le pagine dei libri.
Sono quello degli altoparlanti sul balcone
quello che scrive sei bella sull’asfalto
quello che corre in piedi sulla moto
sotto le finestre del mio amore
quello che se non soffre non vale
quello delle bugie di un bambino.
E sono quello delle poesie
che mi portano lontano
in luoghi inaccessibili
dove qualcuno si è perso
proprio all’ultimo metro.
Mi stavo impegnando
a diventar grande
ma non ci riuscirò
le mie ali non si chiudono
vogliono giocare per sempre.
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