Già, i tramonti. Sono soggetti puntuali, fotogenici, ricercati e, in tutta onestà, se la tirano un pò. Pretendono il centro della scena e se non li evochi, non sei davvero coinvolto. Li infiliamo in tutte le salse - troppe - e loro a volte fanno i preziosi e si coprono di nuvolaglia fastidiosa. Può accadere di tutto al loro passaggio, ma noi, per comodità, ignoriamo ciò che non ci serve e raccontiamo il bello, il poetico, l’eterno. Raccontare. Io ho scelto l’attimo dilatato e diluito del tramonto per aprire delle parentesi fra le ore e liberare storie anormali. Perché le storie colorate di rosso fra quelle parentesi non possono che essere anormali. Perché non è normale nulla al tramonto. Vince l’amore, sempre. E se anche non vince, non capitola mai. Si rimette la giornata sulle spalle e ricompare al successivo, fantasmagorico, anormale imbrunire.
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