25.9.23

I due me



C’è un me
tentato dalla resa
con un cappello di cenere
e un cencio in mano
senonché
non c’è abbastanza polvere
in giro, nelle fessure.

Potrei scuoterne altra
anziché scrivere
versi maleodoranti,
versi con vermi
brulicati dal passato.

Si, sono tentato
di sospendermi il cuore
e mettermi in coda
con la ragione svenduta
al banco dell’usato sicuro.

Allenarmi ad alienarmi
coi polsi aggrappati ai bordi
di una Jacuzzi di cartone
chiudendo fuori
quell’inutile me stesso
che adora la pelle d’oca
e sbava sui tramonti.

Adagiarmi spossato
in un sonno depurato
da intrusi e majorettes
che sia un virtuoso training
placido scorrimento
di cerniere senza intoppi
dell’ultimo vestito sartoriale.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie del vostro commento.