Sistemo il sole la mattina
fra due pensieri taglienti
e lui s’adegua sbuffando un pò.
Le persiane sbadigliano
con le bocche impastate
di foglie e di rugiada.
Il letto gigioneggia nell’attesa
di essere rimboccato.
Nello specchio qualcuno
mi osserva distratto
e un cucchiaino di jazz
si perde nel caffè.
Anche la polvere
sa come farsi trovare
e ride, la stronza.
Qualche poesia mi va stretta,
ma poi la stiro meglio.
Tutto ha il suo senso
nella giusta collocazione
fra stomaco e nervi.
Poi mi accade la sera
esaurita l’agenda
nei luoghi dell’inerzia
di tornare verso casa
con i pugni sul petto
chiedendomi perché
in quest’ordine sublime
manca tanto lo sgambetto
del tuo facile disordine
a farmi ruzzolare il cuore.
fra due pensieri taglienti
e lui s’adegua sbuffando un pò.
Le persiane sbadigliano
con le bocche impastate
di foglie e di rugiada.
Il letto gigioneggia nell’attesa
di essere rimboccato.
Nello specchio qualcuno
mi osserva distratto
e un cucchiaino di jazz
si perde nel caffè.
Anche la polvere
sa come farsi trovare
e ride, la stronza.
Qualche poesia mi va stretta,
ma poi la stiro meglio.
Tutto ha il suo senso
nella giusta collocazione
fra stomaco e nervi.
Poi mi accade la sera
esaurita l’agenda
nei luoghi dell’inerzia
di tornare verso casa
con i pugni sul petto
chiedendomi perché
in quest’ordine sublime
manca tanto lo sgambetto
del tuo facile disordine
a farmi ruzzolare il cuore.
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