4.3.20

Pandemia


Ci vietano gli abbracci
ombre siamo nel divenire
corpi vuoti
anime purulenti.

Ci plasmano i destini
spettri stanati dalle tane
orridi nani
storpiati vilipesi.

Ci stuprano il DNA
colpevoli di superbia
bordeggiamo il confine
tra Amore e Morte.

Quel che resta
è tremula cenere
piatta latenza
secca angoscia.

Il gravido imbuto
crepa il tempo
dove rotolano
i gusci vuoti
del mio esistere.

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