25.2.22

Visita gradita

 

Quando alla tua porta
bussa la malinconia
sii gentile
falla accomodare
è molto stanca
dopo aver percorso
chilometri fatti pensieri

offrile
una tazza piena
di colori e ritornelli
falle visitare
i ripostigli del tuo cuore
dove hai stipato la dolcezza

apri le finestre
riempile i polmoni di vita
falla passeggiare
nei profumi ammalianti
della gratitudine

ti lascerà delicata
voltandosi sulla soglia
con la promessa di rivedersi
quando ti perderai di nuovo
dietro le curve del silenzio.

14.2.22

Ti amo donna (S.Valentino 2022)

 

Ti amo donna
partorita dai sogni
essenza di giubilo
vera come una ferita
gracile come quercia

ti amo donna
eleganza di stella
docente d’amore
brio e follia
fragranza d’eterno

ti amo donna
per le tue piaghe
per la tua tana
scavata da bruti
per le tue sconfitte
per le tue risurrezioni

ti amo donna
perché comandi le nuvole
in un cielo rattristito
per le tue tempeste
che preludono le albe

ti amo donna
per tutti i tuoi giorni
quelli pieni e quelli vuoti
per la tua testa alta
per i tuoi slanci
e per le tue picchiate

ti amo donna
per esistere nel mondo
e camminare sui carboni
roventi di rabbia
e innaffiati dalla tua grazia

ti amo infine
per la tua somiglianza
ad un miracolo
nascosto immacolato
nel cuore dell’universo.

12.2.22

Le mie dita

 

Le mie dita
tamburellano
sul bordo mistico
dove incrociano
amore e follia.

È un ritmo maniacale
che alterna
corsi e ricorsi
un ritornello d’avanzi
consumato in fretta
prima di farsi letale.

E continuo
ad assembrare lampi
in un cielo viziato
brulicante nemesi
in fragore di vuoti.

Ci fu un tempo solare
in cui le mie dita
disegnavano mappe
sulla tua schiena
stracciando il futuro
appallottolato
in confusione di baci
avidamente sperduti
in celesti labirinti
senza fine.

Sorridimi

 

Sorridimi
quando rulla
il crudo tamburo
del silenzio
e striscia l’ombra nera
avvinghiata alla persiana.

Sorridimi
quando mi sporgo
dal parapetto della noia
tentato dal tuffo
che rincorra il mio sogno
sfuggito come rondine.

Sorridimi
in equilibrio sul crinale
dove s’addormentano i venti
appollaiato
al fragile quotidiano
che m’inabissa di sale.

Sorridimi
e navigherò felice
sulle tue labbra
sciogliendomi di rosso
al sapore di fragola.

4.2.22

Lampare

 

Quando stai
per svoltare
la pagina della notte
umetta
i polpastrelli del sogno
ti aspetta
il capitolo più bello
quello del volo radente
a picco sul mare
dove si accendono
le piccole lampare
della poesia.

Decolli

Il vento
ha un senso
se girovaga
nelle anse
del rimpianto
se rinfocola
capillari lesi
dall’assenza
se intona
concerti
al titubante
decollo
dell’anima.

Non sarà
il tempo che passa
a sgualcire
i cuscini di stelle
dove riposa
perenne il ricordo
della tua vita
incastrata
sulla mia orbita.

Verrà un tempo (2)


Verrà un tempo
che ti vedrà
sul dondolo dell’attesa
cestino di rughe scomposte
sfruculiare foto sbiadite
malìa d’incensati anni.

Sul capo un pendolo
di forsennati dubbi,
levigate piattezze
dove hai consumato
grevi trionfi di Nulla.

Ci giravi in tondo
con mefistofelici tocchi
gaudente di maschere,
betoniera di sogni,
ancella di vanità e vacuità.

Sul tuo ultimo dondolìo
comprenderai attonita
che smarristi l’unico sarto
che t’avrebbe vestita di poesia,

l’unico magico elisir
che avrebbe trasformato
le tue rughe in sentieri d’argento,
scolpita d’alabastro,
bella, tremendamente bella
per sempre.