30.8.22
Ti accolsi
Ti accolsi
nuda d’inutile semantica
desti voce cristallina
a suggestioni sciamaniche
con mirabili sfiori
cucisti olistiche poesie
che schiusero corolle
di multicolori incanti
così viaggiammo
su treni di nuvole
su barche di sogni
giungendo sfatti
alla fine dei tempi.
Fine agosto
La sera torna
ad abbottonarsi il colletto
mentre la luna
sale i gradini del cielo
con un mantello vaporoso.
C’è un’attesa
che addobba le cose
e acqueta i pensieri.
I silenzi
si accomodano
sulle panchine dei desideri.
Tutto è più calmo
nell’avanzare delle foglie
che intendono raccontarci
storie di amori scoloriti.
21.8.22
Stelle fuggenti
Anni fa
non fosti stella cadente,
ma fuggente.
Ti attirò
gravità ignota
verso pianeti mediocri.
Fu illusione peregrina
e collisione di faglie.
Morì un uomo
nacque un poeta.
Non ci fossero stati i terremoti
non fosti stella cadente,
ma fuggente.
Ti attirò
gravità ignota
verso pianeti mediocri.
Fu illusione peregrina
e collisione di faglie.
Morì un uomo
nacque un poeta.
Non ci fossero stati i terremoti
non saremmo terre emerse:
amebe e forme elementari,
non avremmo occhi
per scrutare il cielo.
amebe e forme elementari,
non avremmo occhi
per scrutare il cielo.
Arminieggiando (2)
Allontanarsi
dal clamore superfluo.
Passeggiare fra
contorti ulivi.
Assorbire
le fragranze amicali
che ci dona il bosco.
Arrotolare il silenzio
e fumarlo in compagnia
di mani innamorate.
Sono queste le terapie
che ci prescrive l’anima.
Restare periferia del mondo
per comprenderne le rarità
e accoglierne le fughe.
Ferragosto
Ferragosto.
Una stella e una conchiglia.
Una risata nel vuoto.
Amici, tanti amici, tanti like.
Invidie dietro i denti.
Un salvagente nel mare.
Ferragosto.
L’ultimo giro sulla giostra.
L’ultima foto nella mostra.
Fuochi tanti fuochi.
Troppi fuochi lontani.
Troppi fuochi dimenticati.
Ferragosto.
Siamo massa e siamo soli.
Devoti e blasfemi.
Supermercati di ego.
Intermittenze di pietà.
Lavatrici di coscienze.
Ferragosto.
Familismo amorale.
Sono fuori resto altrove.
Chiedo scusa al trend.
La luna è solo un sasso.
Ho freddo a ferragosto.
14.8.22
Luce morta
Una stella mi è morta
mille poesie fa,
ma io continuo
a vederne la luce,
comprendendone
la fredda falsità.
Non temere
Non temere
sarò lì
quando il cielo cadrà
sulle nostre bocche unite
e le corolle si spalancheranno
invase di nettare
fecondate d’assenzio
si libererà
purpurea gioia
vibrante raggiera
aiuola di stelle
e un divino carillon
festeggerà soave
la danza del ritrovo
quando le anime
si toccheranno
e viaggeranno
plasma di sensi
esosfera del sublime.
si toccheranno
e viaggeranno
plasma di sensi
esosfera del sublime.
Risveglio
Mi piacerebbe essere
quel pensiero sorridente
disteso sulle tue labbra
tra un aggrottare
e uno stiracchiare.
Ricordi
Si assembrano
convitati di pietra all’uscio
di una memoria sghemba
ciottoli eburnei
sotto i piedi nudi.
Li faccio ruzzolare
piagato nell’anima
cercando una buca
all’uopo capiente.
Inutile palliativo
presto verrà scossa
la cenere bulimica
e amaro il dileggio
coprirà il vento.
8.8.22
Onda e scoglio
Un giorno ci svegliamo onda
sposiamo vento e rabbia,
scaviamo destini con cucchiai di sale,
ruzzoliamo in maestoso disordine,
padroni della vita e della gioia.
Un altro ci destiamo scoglio,
unti di tenacia sanguinante
ci lasciamo scavare
trincee di dolore
mosaici di cicatrici
ladri di spizzichi di sole.
Il versarsi di provvida bonaccia
è l’ansa del poeta
che libera gabbiani
a sorvegliare le maree
e i flussi del tempo che geme.
Cosa sono i poeti
In fondo i poeti sono
fagocitatori di pause
nell’andirivieni statico
dei metrò incolonnati.
Essi radioascoltano
piccoli quark
nello spazio profondo
dove scorgono firmamenti
sotto le suole slabbrate
di un barbone disilluso.
I poeti mordono
il veleno dei pazzi,
sono altalene gioiose
e sottomarini di piombo
hanno i denti guasti
a furia d’ingoiare stelle.
I poeti servono a poco,
tuttalpiù a divertire:
saltimbanchi di parole
in un mondo di geni
e genuflessi.
2.8.22
Evasione
Pensavano di averti chiusa
per sempre,
nello stanzino rancido
dei remissivi, dei piegati
degli additati.
Non sapevano
che sotto la maglia,
all’altezza del cuore
avevi nascosto
la chiave della poesia.
La resa del sole
Al tramonto
l’orgoglio del giorno
reclina il capo
dove si pone
una corona di colori.
Lenta soccombe
la superbia del sole
che si siede all’ascolto
delle poesie d’amore
inventate dalla luna.
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