21.6.20

Sarah Hijazi


Sarah Hijazi morta suicida in Canada, dove aveva trovato asilo dopo mesi di prigione in Egitto, torturata e violentata. 

Cit. Venditti

Sarah
svegliati è primavera
le nuvole fuggono via
le rondini ridono nel vento
piove solo libertà.

Sarah
corri è primavera
puoi garrire la tua bandiera
nessuno ti farà del male
nessuno prenderà il tuo cuore.

Sarah
vola è primavera
abbraccia il cielo azzurro
sei sopra tutti noi
non hai più confini.

Sarah
non esiste più paura
cavalchi il sorriso
di tutte le donne

ti sei svegliata
al ritorno della primavera.

Ciechi riflessi


Mi leggo
riflesso invisibile
ipotesi d’esistenza
in un metro quadrato
ispessito di vuoto.

Fissavo l’aura virtuale
di un abbozzo strisciante
afferrato a spigoli
meno aguzzi del silenzio.

Accecato e riverso
non guardavo distratto
oltre l’infranto embrione
che dal nulla risale.

C’infiamma perenne
occluso alle spalle
un sole di speranza:

alziamo gli occhi
oltre l’orizzonte finito
insulso tramestio
di un calpestato presente.

In ricordo di Zohra


In ricordo di Zohra bambina pakistana uccisa dai suoi "padroni" per aver fatto fuggire due pappagalli.


Zohra
eri tu
in quella gabbia
cuore sigillato
palpitavi
effluvi multicolori
il capino inarcato
danzavi alla luce

era l’unico gioco
dei tuoi giorni di bimba
strappata all’innocenza

ti sei spalancata
al sogno
di volare fuori
pensavi di trovare
quell’inizio che hai saltato
la bambola mai pettinata
il pallone mai calciato
la mamma mai abbracciata
il papà mai coccolato

c’era il mostro fuori
che ti ha strozzato
la vita in faccia.

Il privilegio del volo


Abito
in uno scorcio di sogni
dove corrono
selvaggi e maestosi
desideri argentini
si avvitano spirali
di palpiti eburnei
dove invoco sospiri
scagliati sul mare

non mi occorre rullare
per incalzare i venti
percorro l’orizzonte
raggranello silente
scampoli d’estasi.

‪A passo d’ali‬
‪aggrovigliato‬
‪in un buio friabile‬
‪accedo ad altezze‬
‪dove il tuo viso‬
‪è concerto di nuvole‬
‪e gorgheggia‬
‪il mio silenzio‬

avanzo rapito‬
‪perdendomi‬
‪nella tua infinità.‬

Spazi d'infinito


Frugare
dietro gli spigoli
di un dolore frusto
accecando sbalzi
d’impalpabile silenzio

svuotare
recipienti d’ombre
invocando maree
d’insondabile nonsenso

accogliere
abbracci d’infinito
cantando sospiri
d’indicibile ebbrezza.

A passo di danza


A passo di danza
scavalco il destino
non mi servono sfide
ma la leggiadria del volo

fatti fummo per puntare il sole
ma ignari scrutiamo il fondo
e il tempo ci sciorina ansia
secca zavorra di muffa

tendiamo i muscoli del bello
aspiriamo essenze d’abbracci
vendicatori di bontà
occupiamo lo spazio
degli amori permanenti.

La ricetta dell'amore


L’amore
ricetta illeggibile
formula tantrica
fulmine di orchidee
o di margherite prataiole
canto di usignoli
o di cicale popolari
dipinto di Leonardo
o scolastico acquerello
Cappella Sistina
o castello di sabbia

questo tutto o questo poco

non conosce trincee
valica cordigliere
non ha rifugi di pudore
ma si ferma sul creato
non ha cultura nè tradizione
si nutre d’istinto primordiale

fisseranno dei confini
costruiranno gabbie
insulteranno, violenteranno
ma è nato libero

volerà senza catene
brucerà le convenzioni
porterà la sua scintilla
in mille firmamenti.

Binario morto


Refoli di pensiero
affilano grumi
staffilano piaghe.

Questo tempo
fra assurde parentesi
sgrano come rosario
porpora fibra
incistati nembi
strappati a sangue.

Ogni nota sofferente
raggiunge l'empireo
con voce declinante
inferisce attonita lama

dall'ugola frantumata
dolce condanna
"ti amo" stormisce.

Resto un'ombra
che viaggia perenne
disegnata in opaco
sui treni del tempo.

Buona vita
ovunque sia
la tua stazione

ovunque si conficchino
le unghie divelte
del mio rimpianto.

Percezioni del Nulla


Avvolgo
gomitoli di noia
spire insinuanti
aspidi grette
cerco di galleggiare
in oceani di rabbia.

Mi chiedo il senso
se ci sia un dunque
al termine del dolore.

Viaggiamo
sotterrati e barricati
nell'umida cripta
di una preghiera abusiva.

Qualcosa sorgerà
all'alba del riscatto?

O un sole affranto
scoppierà d'inanità?