Mi leggo
riflesso invisibileipotesi d’esistenza
in un metro quadrato
ispessito di vuoto.
Fissavo l’aura virtuale
di un abbozzo strisciante
afferrato a spigoli
meno aguzzi del silenzio.
Accecato e riverso
non guardavo distratto
oltre l’infranto embrione
che dal nulla risale.
C’infiamma perenne
occluso alle spalle
un sole di speranza:
alziamo gli occhi
oltre l’orizzonte finito
insulso tramestio
di un calpestato presente.
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