Abito
in uno scorcio di sognidove corrono
selvaggi e maestosi
desideri argentini
si avvitano spirali
di palpiti eburnei
dove invoco sospiri
scagliati sul mare
non mi occorre rullare
per incalzare i venti
percorro l’orizzonte
raggranello silente
scampoli d’estasi.
A passo d’ali
aggrovigliato
in un buio friabile
accedo ad altezze
dove il tuo viso
è concerto di nuvole
e gorgheggia
il mio silenzio
avanzo rapito
perdendomi
nella tua infinità.
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