Mi arrovello
graffiando ricordiincistati di smeraldi,
cercando di estorcere
brandelli di firmamento
spalmati e plasmati
sulla tua anima.
Eri dovunque
eri cielo, casa,
eri letto, voglia,
crema da leccare,
verso da decifrare,
eri colore sconosciuto,
ricolmo di lucido stupore.
Avevi sconvolto l’anatomia
posizionata com’eri
fra cuore e cervello.
Ti sentivo pulsare
e flettere,
scorrevi fibra su fibra,
emettevi grumi adrenalinici,
follia di cellule carmiche,
esplosioni siderali.
Volavi fra le arterie,
rossa di nettare divino.
Mi annullavi e morivo di te.
Ci siamo persi
nel vuoto cosmico,
annichiliti
dagli dei del silenzio,
noi, melassa di stelle,
magma di sogni,
fusi corpi celesti.
brandelli di firmamento
spalmati e plasmati
sulla tua anima.
Eri dovunque
eri cielo, casa,
eri letto, voglia,
crema da leccare,
verso da decifrare,
eri colore sconosciuto,
ricolmo di lucido stupore.
Avevi sconvolto l’anatomia
posizionata com’eri
fra cuore e cervello.
Ti sentivo pulsare
e flettere,
scorrevi fibra su fibra,
emettevi grumi adrenalinici,
follia di cellule carmiche,
esplosioni siderali.
Volavi fra le arterie,
rossa di nettare divino.
Mi annullavi e morivo di te.
Ci siamo persi
nel vuoto cosmico,
annichiliti
dagli dei del silenzio,
noi, melassa di stelle,
magma di sogni,
fusi corpi celesti.
Fragili asteroidi
fiondati sul Nulla,
su orbite parallele
ci stringeremo le mani
e ci ameremo ancora,
nudi, stesi sulle galassie.
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