Da bambino guardavo il cielo
e il cielo guardava me
ma non lo sapevo disegnare.
Irrisolti restavano
quei sentieri
che cadevano nel buio.
Che confusione
quei fiammiferi negli occhi
quando a bocca aperta
sui sedili anteriori della notte
appannavo i vetri di dubbi.
Ho poi dimenticato
per troppo tempo
il colore e la voce delle stelle
e mio padre mi chiamava
cercandomi invano
fra divani e sconfitte.
Ma poi un giorno
mi regalò un giocattolo
potente come un cannocchiale
che spalancò le volte
e finalmente
tracciai le linee giuste
a formare la mia costellazione.
Ero risolto ma non durò molto:
mi cadde quella lente prodigiosa.
Ora so disegnare il cielo
anche se non lo vedo
perché ogni giorno
ne invento uno nuovo.
il colore e la voce delle stelle
e mio padre mi chiamava
cercandomi invano
fra divani e sconfitte.
Ma poi un giorno
mi regalò un giocattolo
potente come un cannocchiale
che spalancò le volte
e finalmente
tracciai le linee giuste
a formare la mia costellazione.
Ero risolto ma non durò molto:
mi cadde quella lente prodigiosa.
Ora so disegnare il cielo
anche se non lo vedo
perché ogni giorno
ne invento uno nuovo.
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