la plasticità delle nuvole
talora pompose o plebee,
affabulanti viaggiatrici.
Le osservo discreto
sovrapporsi e ricomporsi
nei loro scontri silenziosi,
ciondolanti scrittrici
di favole sempre nuove.
Dipingono su tavolozze
di cieli dolci o imbronciati
e non s’adombrano per l’oblio
di chi le archivia con noncuranza.
Di rado nello scorrere
s’avvedono compiaciute
di esteti del dubbio
operai di sogni
che condividono con loro
gli abbracci dell’infinito.
A volte chiedo loro un passaggio
confidando nella perizia
di angelici tassisti
che mi scarrozzino lontano
laddove si smarriscano
le solitudini e le contese
in turbinii di pace.
talora pompose o plebee,
affabulanti viaggiatrici.
Le osservo discreto
sovrapporsi e ricomporsi
nei loro scontri silenziosi,
ciondolanti scrittrici
di favole sempre nuove.
Dipingono su tavolozze
di cieli dolci o imbronciati
e non s’adombrano per l’oblio
di chi le archivia con noncuranza.
Di rado nello scorrere
s’avvedono compiaciute
di esteti del dubbio
operai di sogni
che condividono con loro
gli abbracci dell’infinito.
A volte chiedo loro un passaggio
confidando nella perizia
di angelici tassisti
che mi scarrozzino lontano
laddove si smarriscano
le solitudini e le contese
in turbinii di pace.
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