26.11.21

Segmenti

 

Non esistono figure geometriche
con solo due lati.
Ecco perché
quando due segmenti s’incontrano
non hanno confine
e possono correre insieme
verso l’infinito.

Post-it

 

Avevo dei post-it
in un cassetto di cianfrusaglie,
ragnatele, mozziconi,
bugie e ferite d’arma d’amore.

Ho preso un biglietto,
ma ho pensato cose
che non ho scritto
e poi ho visto le mia dita
che si muovevano di versi.

Lo infilerò sotto la tua porta
dove ne muoiono a centinaia:
non fa nulla, li so a memoria
farò un riassunto
quando non avrò più dita.

Sono solo un poeta

 

Sono solo un poeta
non eseguo rituali
non ho formulari
nè tavoli tecnici
per un futuro ortogonale
nè tocchi da Re Mida.

Non ho ricettari
nè regole semantiche
o labirinti estetici
non ho poltrone
per sdraiare la coscienza
nè tornanti mistici.

Sono solo un poeta
non mi fagocita la politica
mi coinvolge la protesta
non mi seduce l’apparenza
mi sconvolge la dimenticanza
non temo la morte
ma l’appassire del pensiero.

Sono solo un poeta
che passeggia nel dubbio
raccoglie fiori caduchi
e li dipinge di sguardi,

un navigatore di emozioni
con la chiglia sbrecciata
da un corallo maledetto.

Ma la mia prua volge al sole
con il cuore gonfio di vento:
ella si riprenderà la rotta e il sogno
di baciare ad una foce di smeraldo
un fiume impazzito di dolore.

18.11.21

Placenta


La disperazione
è il liquido amniotico dei poeti.

Statua incompiuta

Mi hai scolpito
frugando negli spigoli,
grattando negli incavi,
limando le creste,
liberando dalle segrete
la mia anima nuda.

Poi hai scagliato lo scalpello
frantumandomi il futuro.

Ora non c'è alba
che non mi colga
questuante
la tua ombra
celata in deja-vu,
velata di sogno,
circonflesso di te.

 

La stanza della poesia

 

C’è una stanza
- la stanza della poesia, la chiamo -
dove una parete è nuda.

Solo un’impronta
infrange il bianco inanimato:
forse un quadro o una foto
abitava in quello spazio.

Ora stona quella macchia
di un passato
che non so più di ricordare.

Parigi

 

Parigi
sei più bella ancora
quando la sera
s’apparecchia la pioggia
e la Senna è ubriaca di luci,
i tuoi occhi di nebbia
s’aprono premurosi
sopra gli ombrelli
e il ticchettio dei passi
innamorati sotto la Torre
ti baciano il cuore.

Parigi
sei più bella ancora
quando furtiva
stiracchi i rossi crepuscoli
e porti la luna al guinzaglio
nei viali scintosi
sulle Champs-Élysées
e Baudelaire ti canta
le follie degli amanti.

Parigi
sei più bella ancora
spiata in notturna
dal balcone di Monmartre
in posa maliziosa
come ti guardò Picasso
vestita di chiffon
seducente e misteriosa.

Parigi
sei più bella ancora
quando penso di raggiungerti
sottobraccio al mio sogno
e ballare sotto la pioggia
parlandosi stretti stretti
versandoci amore
nelle pupille della notte.

14.11.21

Crepe


Tra la notte e l’alba
c’è una crepa
dove s’affaccia la tua assenza.

Discrezioni

 

Portami con te:
sarò discreto,
cucirò di silenzio
il mio amore sulle stelle.

Corazza abbandonata

 

Quando esci di casa
consegna il tuo saluto
incartato in un sorriso
passeggia con delicatezza
sui dubbi e sulle paure
che raccogli per la strada
porta sul palmo la pace
e distribuiscila senza risparmio
spogliati della tua corazza
offri il tuo cuore nudo
al mendicante e alla modella
dietro l’angolo ci sarà
un’altra corazza abbandonata
ed un altro cuore ti prenderà in braccio.

Promemoria

A volte penso
che la Luna esista
per ricordarmi
di scrivere ogni sera
una poesia d’amore.

 

Giornata della gentilezza

Come farfalla
in punta di stami
barchetta che tentenna
sulla battigia
come sorriso
su labbra di migrante
rugose mani contadine
come il sole mesto
d’un autunno accennato
come bava di stelle
e l’ultimo saluto
del viaggiatore di versi
come l’amico inaspettato
e il tuo dolore finalmente
compreso e amato

sii gentile - sempre -
e il tuo passo scalerà il cielo.

 

Refrain

 

Mi addentro
tra fogge di ricordi
infiniti slalom
e lacerati fianchi.

La luce è lì
fodera lo sguardo
sei distesa
nei miei desideri.

Lambisci le mie sponde
suggendo vita.

9.11.21

Il sole in tasca

 

Quel giorno
che ti ho incontrato
in fondo a quel vicolo buio
non mi sono accorto
che mi avevi infilato
il sole in tasca.

6.11.21

Cosa resta di me

 

Cosa resta di me
se non un verso imbellettato
raffazzonato
sul ciglio del meriggio,
un fregio monastico
inchiodato
sul portone del tramonto.

Cosa resta di me
se non un fuso alambicco
miscelato,
un crogiolo di alfabeti
capovolto
sul rovescio di luna.

Raccolgo mesto
i farfuglianti vortici
di uno sferzante pensare,
aggrappato mio malgrado
a vetuste falsità
e nuove irruzioni di Nulla.

Borchie dorate
ornano grigie transizioni
dove sfoglio le pagine
di un presente acciaccato.

La mia anima è fuori,
è oltre, è più in là:
cerco di inseguirla
rianimando la giostra
dove gioca la poesia.

Novembre

 

Vortici di foglie
frullano la terra
tra pensieri fruscianti
e fischi di vento.

L’erba risale il parete
e rami desolati d’ali
invocano preci disfatte
ad un cielo incolore.

Avverto il tuo greve passo
fuligginoso novembre,
esperto di malinconia,
umido di terra sconfitta.

Dietro la porta sbarrata
ululano brividi come lupi
concerto di silenzi,
cocktail di presagi.

Solo il cuore accende
potenti fari nel buio:
sui suoi raggi m’involo
e la notte parla d’amore.

La leggenda di Nera e Velino (La Cascata delle Marmore)

 

Dove sei mio amore?
Ora sono acqua di fonte
bambina trasparente
zampillo da candida roccia
scorro recondite fenditure
circondo cespugli di rose
attraverso valichi ondulati
esploro ogni pertugio.

Dove sei mio amore?
mi frango solinga
ruzzolo incurante
di spigoli e tagli
ti cerco fra i rovi
tra le anse celate.

T’immagino affranto
e infine precipito
schiuma di sole
schizzo di vento
t’aspetterò alla foce
terra umida di sogni
lago d’amore infinito.

Per te

 

Per te
scrivo scarabocchi di stelle
su lavagne di cielo.