23.1.21

Il mito degli androgini. Platone - Simposio




Gli esseri umani erano sfere perfette che roteavano nel Creato. Erano di tre generi, rotondi come i loro genitori: le donne figlie della Terra, gli uomini figli del Sole e gli androgini, che avevano caratteristiche di entrambi gli altri due generi, figli della Luna. Erano dotati di quattro braccia, quattro gambe, quattro orecchie e due volti. Essi sfidavano la potenza degli Dei e Zeus decise di punirli per tale arroganza. Ne volle limitare la forza perciò li divise, sezionandoli. Incaricò Apollo di curare loro le ferite provocate da tale operazione e il Dio le suturó con un nodo sull’ombelico. Inoltre Zeus, per ricordare loro per sempre la punizione, disse ad Apollo di girare i loro visi sul davanti, lasciando che si vedessero le rughe sul ventre. Ma le creature non si davano pace, cercando continuamente la loro metà e per questo non si nutrivano e finivano per morire di fame e di noia. Zeus si mosse a compassione e spostó loro gli organi sessuali sul davanti consentendo così la procreazione. Inizió così la ricerca della propria anima gemella. Più precisamente, gli uomini che si innamoravano delle donne e le donne che si innamoravano degli uomini provenivano dal sesso androgino; mentre gli uomini che derivavano completamente dal sesso maschile e le donne che provenivano interamente da quello femminile appartenevano alla categoria degli omosessuali. Questi ultimi, non potendo procreare, comunque erano felici al completamento della loro ricerca, contribuendo così alla serenità della comunità. 
La felicità, l’amore e quindi il desiderio di ognuno di noi di completarsi nell’altra metà non sono affatto motivati esclusivamente dall’attrazione sessuale, ma anche da qualcosa che cerchiamo nell’anima della persona amata e che è inesprimibile, nonostante lo percepiamo dentro di noi. 
Per riunirsi nel segno dell’Antica Perfezione sono quindi le anime a doversi reincontrare e riconoscersi.

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