Volevo regalarti
il più bello dei miei tramontiquello dei colori inventati
dei sogni che camminano
dei baci che ubriacano.
Volevo accarezzarti
col più strano dei miei pensieri
quello delle follie improvvisate
delle corse in riva al mare
delle fantasie più sfrenate.
Volevo dedicarti
la più bella delle mie poesie
quella che ho scritto su Venere
quella che mi recita il silenzio
quella che non esiste senza te.
Volevo rabboccarti
le coperte della vita
quelle che ti tengono al caldo
quelle che ti arrivano agli occhi
perché la paura resti fuori
e il letto sia un girotondo.
Volevo trasformarti
da idea a fuoco di cellule
da sogno ad angelo di carne
farti bussare alla finestra
e volare nel mio tempo vuoto.
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