31.5.22

L’abitudine alla tragedia

 



Siamo nel secolo in cui
le tragedie “a lunga percorrenza”
come epidemie e guerre,
dilatandosi nel tempo,
lentamente allenano
una crudele indifferenza.

Il secolo della permeabilità
delle distanze
ci porta nei luoghi
delle morbose attenzioni
e - singolarmente -
trasforma le tragedie
in inoffensiva “fiction”.

La mia casa sei tu


Io abito dentro di te.

Percorro
il sentiero calpestato
dai tuoi tacchi 12
e i tuoi passi
mi rintoccano le tempie

controllo
se nella casetta delle lettere
ti sono arrivate
confuse e disordinate
le mie poesie assurde
quelle dove, per esempio,
ci amiamo per sempre
- ma figurati! -

Poi già dalla soglia
mi giunge il profumo
della tua presenza
tutta fragole e panna
e il mio corpo già ride.

Pantofole con fiocco rosso
e dentro il tuo sorriso
velato di seta dorata.

Le tue braccia sul mio collo
- ma quanto sono lunghe
le braccia di una dea? -

Vedo solo stelle ora
che si staccano dal tuo viso
e mi girano intorno.

Siamo in viaggio ormai
io e te sulle onde del tempo
su mille grattacieli
sul divano dei pensieri
sull’Everest e in Amazzonia…

…in realtà non so dove siamo
forse nell’universo dei miei sogni
dove tutto sa di te.

28.5.22

Sorvoli


Ero abituato
al risveglio macerante
maglio cruento
ologrammi sparsi
e intricati labirinti.

Sanguinava la finestra
riflettente la tua ombra
mentre attendevo rabbioso
la fine di questa liturgia.

Ora che la quiete
si è posata sulle pareti
assurdo sarebbe
mancarmi il dolore.

Allora mi affaccio
al mio balcone
di roccia e macchia
e sono felice:
ho una valle da sorvolare.


Buongiorno 🕊🕊🏳️‍🌈🏳️‍🌈

25.5.22

Buonanotte

 

Buonanotte a te
che profumi d’alga
e giochi a nascondino
con infantili tramonti.

Buonanotte ai tovaglioli
lacrime e rossetto
e alle tue vibrazioni
in altalena sulle corde.

Buonanotte ai tuoi balconi
dove rattoppi le ore
perdi il conto delle stelle
perché è bello ricominciare.

Buonanotte al tuo oggi
perché è storia vecchia
ricomincia il cammino
sarà di nuovo rivoluzione.

23.5.22

Percorsi guidati


C’è qualcosa che non va
nelle mappe di google:
cercando la destinazione
“amore”,
una voce stentorea
ti suggerisce
meravigliosi paesaggi
che finiscono in burroni.

Erano meglio
le cartine di una volta
che non ti parlavano,
non t’illudevano,

ma se proprio ti perdevi
c’era un’umanità
che si sbracciava
e ti portava in salvo.

21.5.22

Lo spazio bianco


Amo
quello spazio bianco
tra un verso e l’altro
quel candido guizzo
rumoroso d’attesa
gonfio d’alea

quella pausa sognante
affacciata sul dubbio
interrogativo inebriante
che s’insinua impertinente
tra rovelli parolai

buca la frana
impastata di slanci
invisibile sottolinea
e pèrora suspense
inghiotte la paura
di cadere nel vano

si espande irrefrenabile
sul margine estremo
dove si ferma la penna
ma continua maestoso
il volo del poeta.

19.5.22

La tangente

 



Ero in un cerchio.
Un chiuso perfetto,
viaggio infinito,
eterno ritorno.

Un moto perpetuo
nel sonno
della passione
nella cecità
del fine.

Poi il dio geomètra
ha disegnato
una retta
al di là degli occhi
al di sopra dei miracoli.

Ora mi tocca
all’apice del cuore
e mi lancia
nella quarta dimensione
dove nuotano allacciate
le anime sognanti.

16.5.22

Luna piena

 


D’estate la sera
tiene in braccio la luna
e cattura le poesie
che arrivano da terra.

Quando è piena
esse traboccano
e si posano sui balconi
degli innamorati.










14.5.22

Primavera incompiuta

 

La bella stagione
sciorina i suoi gioielli
boccioli delicati
fanno capolino
l’aria è semplice
parla il linguaggio del sole.

Deposito il mio cuore
al limitare del dubbio:
l’avidità guerreggia lontana,
manca un palmo
perché sull’orizzonte
si spalmi il sereno.

Luna nera

 

La sera indossa
un pigiama di foschia
mentre
la tua assenza
è una luna nera
che esce di soppiatto
con un cappotto di stelle.

Accumuli


Sono scaltri,
indocili,
premurosi e indifferenti
ruvidi e palpitanti.

Si celano
nell’odore di un caffè
o nell’aria salmastra
racchiusa tra due labbra.

Precipitano,
dopo strani,
incredibili percorsi:
solleticano la cervicale,
premono sul cuore.

A volte tolgono il respiro
e ti lasciano
ad abbrancare le ombre.

Sono i ricordi
che ogni giorno
spazzo via
dall’ampio cortile
dell’anima flessa.


10.5.22

Scherzi di luna


La sera arriva
imbronciata di grilli
accovacciati sulle foglie
ed io attendo
che la luna rotoli
sull’arco della tua schiena.

È spirato un fiore


Quando una farfalla
incontra un fiore
ne succhia il nettare
e lo dona ad altri:
è uno scambio d’amore
perché il fiore sa
che la sua specie
sarà garantita.

Ho incontrato un fiore
tantissimi anni fa:
mi ha impollinato
di fragrante gentilezza.

È spirato quel fiore,
ma stringo forte
il suo profumo.

Lenzuola di stelle


Anche stasera
vorrai coricarti
tra lenzuola di stelle
portando il tuo cielo
sotto il cuscino.

Partirai
con il tuo zainetto
pieno solo di cose utili
come i sogni e i desideri.

Lascerai per la notte
il tuo involucro superfluo
e traccerai rotte luminose
saltando sul firmamento.

Per te scoprirò
nuove costellazioni
attaccato al cannocchiale
incastrato nel cuore.

5.5.22

U’ mère nùste declamata da Cosimo Loperfido

 


La mia poesia Ù mère nùste contenuta nella silloge “Dissonanti Sinapsi” declamata da Cosimo Loperfido, fine dicitore e promotore del vernacolo monopolitano.

Altrove


Altrove
è un bel posto
da raggiungere
se siamo io e te
su una gondola di luna.

2.5.22

Inutili pensieri


Avevo riversato
i miei pensieri
in una ciotola
di creta e dubbi.

Con una cannuccia
lunga una vita
rimescolavo assorto.

Scostavo frettoloso
bollicine di nemesi,
incredulo che un fondo
possa essere risalito.

Avevo una domanda
che ha mille risposte
o nessuna di esse:
dipende dal tramonto
rosso delle tue cicatrici
oppure dall’armonia
che tormenta le tue dita.

A che serve pensare
a qualcosa
che pensiero non è,
ma farina di stelle,
brivido sulla pelle,
gravità di sogni.

Così ho gettato la cannuccia
e ho preso la penna:
nuove parole d’amore
irruenti e scomposte
tracimano dalle vene
del mio tempo ritrovato.

Il pudore delle nuvole


Il pudore delle nuvole
ha coperto le stelle.

Esse si mostrano nude
solo a chi arriva
a toccarle col cuore.

Il Carro del Sole

C’è un Carro
che ogni mattina
raccoglie
i pensieri
innamorati
spargendoli
in ogni angolo
di cielo
perché
la notte
divengano stelle.

Sorpreso

 



Ero voltato di spalle
quando il cielo
rosso fuoco
mi ha messo in tasca
la tua fragilità.

Quando l’ho scoperta
sei salita al petto
e mi hai sbottonato il cuore.

Sinfonia d’amore


Nothing Else Matters - Metallica - William Joseph feels the Rain.
Questo meraviglioso brano ha ispirato qualche verso.
Consiglio di ascoltare prima il brano e poi leggere.

I nostri baci
lenti umidi
esploratori di palati
aprono le danze
inanellano sospiri.

E iniziamo a vorticare
nel girotondo di umori
passo dopo passo
scaliamo peccati
più su, più in alto
ancora e ancora
fino al centro del sole.

E poi rallentiamo
ci chiamiamo e ci teniamo
occhi sulle guance
mani sugli istanti
cuori in sottofondo.

Ma la musica incalza
decolla, s’avvita, urla
siamo uno, siamo plasma
siamo parto d’estasi,
gangli di paradiso.

E poi di nuovo vinti
palpebre sazie
ci ritroviamo placenta
embrioni felici
nel nostro lago d’amore.