Amo
quello spazio bianco
tra un verso e l’altro
quel candido guizzo
rumoroso d’attesa
gonfio d’alea
quella pausa sognante
affacciata sul dubbio
interrogativo inebriante
che s’insinua impertinente
tra rovelli parolai
buca la frana
impastata di slanci
invisibile sottolinea
e pèrora suspense
inghiotte la paura
di cadere nel vano
si espande irrefrenabile
sul margine estremo
dove si ferma la penna
ma continua maestoso
il volo del poeta.
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