2.5.22

Inutili pensieri


Avevo riversato
i miei pensieri
in una ciotola
di creta e dubbi.

Con una cannuccia
lunga una vita
rimescolavo assorto.

Scostavo frettoloso
bollicine di nemesi,
incredulo che un fondo
possa essere risalito.

Avevo una domanda
che ha mille risposte
o nessuna di esse:
dipende dal tramonto
rosso delle tue cicatrici
oppure dall’armonia
che tormenta le tue dita.

A che serve pensare
a qualcosa
che pensiero non è,
ma farina di stelle,
brivido sulla pelle,
gravità di sogni.

Così ho gettato la cannuccia
e ho preso la penna:
nuove parole d’amore
irruenti e scomposte
tracimano dalle vene
del mio tempo ritrovato.

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