4.6.19

Cronaca di due giornate qualunque


Questa cronaca che racconta il vissuto delle elezioni politiche del marzo 1994 è stata pubblicata sul periodico Portanuova n. 38 giugno 1994

Domenica 27 ore 11,00. 
Mentre deposito la scheda, colgo una sacralità nell'atto che, fino a quel momento, mi era sconosciuta. Ho calcato la matita sul nome di Tonio (*) quasi a volergli dare contemporaneamente sei o sette voti e cercando di attraversare la scheda per aprire una breccia sul futuro e guardare oltre...

Ore 11,30.
Remigio sta girando sulla giostra. Non vorrebbe più venir giù. Ipnotizzato dalle luci rutilanti penso ad un'altra giostra dalla quale siamo tenuti, noi gente comune, sempre a terra, ossequiosi e, al peggio, inerti: è privilegio di pochi, sempre gli stessi, che danno il cambio al manovratore. Hanno scippato i nostri sogni. Spero tanto che finisca.

Ore 17,45.
Una luce azzurra mi spinge a riemergere lentamente dalla pennichella domenicale accompagnato da un nugolo di pensieri non del tutto rassicuranti; il video colorato mi ragguaglia sui risultati della serie A. Novità: il Milan ha perso a Napoli...Chissà! Un segno premonitore di qualcosa che comincia a girar storto per il Cavaliere? La riscossa dei terroni? Strano. Tengo per il Milan da quando, in calzoni corti, avevo sei Rivera gelosamente nascosti e giocavo a "rubamazzo" vicino all'edicola del "comunista", in mezzo a una marea di bustine Panini.

Lunedì 28 ore 12,00.
Al lavoro arrivano notizie strane dalla Borsa. Il mercato sembra impazzito: +2, +3, +4! Dicono che ci siano investitori esteri all'opera, che rastrellano azioni a raffica. "E' fiducia per i Progressisti! L'avevo detto io che Occhetto ha fatto bene ad andare a Londra!" - "Macchè! Sono i sondaggi commissionati e resi noti all'estero...c'è già una maggioranza di Governo!" Ma come? E' possibile che tutto sia già stato stabilito, a urne ancora aperte? La telematica imperversa. Un dubbio si insinua: saranno in grado di sondarci le coscienze, di interrogarci l'anima?

Ore 18,30.
C'è uno strano silenzio in giro. E' tanto tempo che in questa città non si fa chiasso, tranne che per i voti in condotta. Mi manca quel chiasso autentico, genuino, della gente sana che si "fa" politica. Niente più cortei, niente più occupazioni di scuole, niente più operai in fermento (anzi niente più operai, solo commercianti). Niente di niente. Nel '77, a diciassette anni, ero sotto la sede del MSI a gridare slogan ritmati e coinvolgenti. Era commovente immedesimarsi in protagonisti della Storia, avendo di fronte due o tre vecchietti intenti alla loro "briscola". Ma era qualcosa. Ora il vuoto.

Ore 20,30.
Inizia il "Rosso e il Nero" e la tensione è al culmine. Santoro mi sembra giù di corda e a poco valgono i frizzi e i lazzi di Fabio Fazio che lo vorrebbe al posto di Fiorello al "Karaoke". Dopo "i comunisti che mangiano i bambini" c'è Lucio Dalla con "Henna"ed il tono diventa ancora più spento, mortificato, ripiegato su sè stesso. E' quasi l'ora: sembra capodanno...e come fuochi pirotecnici esplodono gli exit-polls! Dio mio! Non ci credo, saranno sballati...Cerco febbrilmente di fare le somme...ma perchè ci hanno complicato così la vita con questo sistema elettorale? 23% al Polo delle Libertà + 13% al Polo del Buon Governo + 9% ad AN... ed ogni volta uno scalino in più su quella dannata colonnina azzurra...ma dove vorrà arrivare, in cielo?

Ore 22,30.
Lucio Dalla mi scrive molto forte perchè sono sconsolatamente lontano, anni luce. E' ormai tantissimo che spero in un anno che non è mai venuto e anche questa volta mi ha dribblato e fatto uno sberleffo. Cosa farò domani? Niente. Sarà solo un altro maledettissimo giorno qualunque dove faremo tante cose qualunque, incontrando tante persone qualunque. Come te, Drazen, che vivi da Mést Pépp in contrada Guidano con quel fazzoletto di povere cose che ti sei portato dall'Albania e speravi in una legge più tollerante; e come te, Nicolino, giovane di quarant'anni cassintegrato Fincantieri con quelle mani che sanno miracolare frizioni, cilindri e batterie, ora costretto a rattoppare biciclette a Portavecchia; e come te, Mariella, ragioniera da sei anni nei quali hai trovato solo porte chiuse perchè donna, e come tale, suscettibile di una scomoda e colpevole maternità. No amici, non molleremo la presa. Da domani avremo più voglia di ieri, di sempre.

(*) Antonio Guccione presentatosi candidato (Progressisti) al Senato nel Collegio di Monopoli dove prevalse Giuseppe Petrelli (Polo del Buon Governo).

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