5.6.19

L'Istituto San Giuseppe


Pubblico una lettera che inviai quando si prospettò l'abbattimento di un Istituto Scolastico per far posto a degli appartamenti. La totale assenza di lungimiranza da parte delle istituzioni dell'epoca non consentì di recuperare un plesso che anni dopo sarebbe stato essenziale per evitare la transumanza di studenti/scolari da un edificio all'altro per la carenza di aule.


Al Sig. SINDACO 
COMUNE DI MONOPOLI 

Al Sig. PRESIDENTE PROVINCIA DI BARI 

Alla Spettabile 
Impresa Edile 
CONSOLI Vito 
Via Margherita, 17 
70011 ALBEROBELLO BA 
e, p.c. 

Al PROVVEDITORE AGLI STUDI BARI 

Alla redazione della "GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO" BARI 

Alla redazione de "IL BORGO" MONOPOLI 

Monopoli, 10 gennaio 2000 

Oggetto: Ex Istituto S. Giuseppe - Via Lepanto, Monopoli 

Stimatissime Autorità, egregi signori 

apprendo che il plesso in argomento, di proprietà della Congregazione delle suore di S.Giuseppe e sede storica sia della scuola elementare che dell'Istituto Magistrale parificati - attività ora cessate - è oggetto di interesse, fra gli altri, dell'impresa che pure mi legge, la quale realizzerebbe, previa demolizione dello stabile, nuova costruzione destinata ad edilizia privata. 
La notizia, come cittadino e genitore di, per ora piccoli, utenti delle scuole monopolitane, mi suscita notevoli preoccupazioni, nonchè recriminazioni e disappunto. 
Le condizioni logistiche, sanitarie, le disfunzioni e i disservizi nei quali si dibattono quotidianamente gli operatori della scuola, i docenti, gli alunni, gli organi collegiali, a causa delle condizioni delle strutture che li ospitano sono problemi a Voi ben noti e non è il caso qui di riepilogarli. E questa situazione attraversa tutti i gradi di istruzione, con istituti sparsi un po' qua e la, aule fatiscenti e umide, con sovrautilizzo, con, - per fare un esempio più emblematico, - l'Istituto d'Arte "parcheggiato" nella "A.Volta", ora a rischio di crollo. Questa problematica ha, tra l'altro, influenzato, la Sua decisione, Sig. Sindaco, di destinare l'utilizzo del Centro Sociale, già assegnato alle Associazioni, alla copertura della carenza di aule per la scuola materna. Ed in questa situazione appare fantascienza la possibilità di disporre di palestre attrezzate per svolgere adeguatamente attività fisica, biblioteche aggiornate, sale multimediali, strutture predisposte all'accoglienza gli studenti disabili ecc.ecc. 
Con la presente intendo porre ai preposti alle Istituzioni che mi leggono le seguenti domande: 
Posto che la cessazione delle attività scolastiche nel citato Istituto S. Giuseppe, nonché l'intenzione dell'Ente religioso di disfarsi di un immobile divenuto superfluo erano ormai fatti noti da tempo, sono stati fatti dei passi per manifestare interesse ad acquisire la struttura nel patrimonio edilizio pubblico e, di conseguenza, mantenerla nella sua collocazione più naturale e congeniale, cioè la pubblica istruzione? 
E se questi passi sono stati fatti, per quali motivi nulla si è concretizzato? 
Ed ora che l'immobile sta passando (o è passato) nella disponibilità di liberi imprenditori, che cosa si intende fare per scongiurare la definitiva scomparsa di una struttura che poteva risolvere non dico tutti, ma qualche problema legato all'istruzione nel nostro paese? 
A mio modesto parere, se esiste una precisa volontà politica, si può avviare una trattativa che possa prevedere ad esempio, non la demolizione, ma la ristrutturazione dell'immobile da parte dell'Impresa con la creazione di ambienti normativamente sicuri, predisposti per tecnologie avanzate, destinati ad ospitare più istituti, con le loro sedi stabili, ma anche con un profilo di utilizzo promiscuo ed estemporaneo: penso ad un Centro Studi Polivalente Multimediale, ad esempio, od a un museo, un piccolo teatro, ecc. Al termine dei lavori potrebbe essere previsto o l'acquisto diretto della struttura od un accordo di convenzione che ne destini l'utilizzo all'Ente convenzionato per un determinato tempo contro pagamento all'Impresa dell'affitto annuale. 
Comunque, al di là delle soluzioni tecnico-amministrative, che sottendono problematiche di bilancio e che lascio quindi agli addetti ai lavori, ritengo che questa sia una opportunità da non lasciare cadere, per dare alla nostra città, un miglior livello di servizi. Occorre ricordare che quando ci facciamo ossessionare dalla litania dello sviluppo a tutti i costi, bisogna considerare che uno sviluppo non accompagnato da un adeguato livello generale di istruzione conduce all'imbarbarimento dei costumi ed al prevalere dell'individualismo becero. 
Credo che tutti insieme, Voi Enti Pubblici, Voi Imprenditori, Sig.Consoli, che conosco da lungo tempo per essere persona illuminata, oltreché operatore tecnicamente esemplare, noi cittadini, e operatori della scuola, dobbiamo spendere qualche momento di riflessione su questa vicenda per cercare insieme una soluzione che, fatti salvi gli imprescindibili interessi della remunerazione del capitale di rischio, possa procurarci/procurare a Monopoli un bel regalo per questo inizio di nuovo secolo.

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