11 giugno 2019

A mio figlio Valerio

Caro Valerio
mi rendo conto solo ora di voler scrivere ad una persona che, ai miei occhi, quasi di sorpresa, è diventata grande. In generale questa condizione non piace a noi genitori perché ci fa pensare al trascorrere inesorabile del tempo e a quello che perdiamo della vostra freschezza e spensieratezza. Tu non hai fatto eccezione e se mi piace (e mi fa comodo) giocare con te come se fossi ancora un bambino, è solo perché un poco lo sono rimasto io – ancora - bambino, e mi farebbe piacere che qualcuno giocasse ancora con me. Non esiste un genitore perfetto e quindi un papà ideale. Sicuramente si commettono sempre degli errori nel mestiere più difficile del mondo. Però devo dirti una cosa: io ho sempre desiderato avere un papà come lo sono io con te. Un papà che non fa pesare, contemporaneamente la sua ingombrante presenza e la sua irrecuperabile assenza, Un papà che si mette al mio livello, che sia capace di comprendere il mio linguaggio. Un papà che riesca ad apprezzare i miei interessi anche se sono bizzarri, inconsueti e, certe volte, con dei valori che non collimino con i miei. Un papà che mi lasci socchiuso l'uscio del libero arbitrio, che mi faccia fare le mie scelte, pur con il sospetto che si stia sbagliando strada. Insomma un papà che sia il compagno della mia vita, anche silenzioso, anche discreto, anche complice, anche interlocutore, anche contraddittorio. Una persona che mi sappia prendere la mano ed anche lasciarla, quando sia giunto il momento. Trascorrere il tempo però, solo giocando, su questa palla di terra ed acqua scagliata nell'universo è diventato molto difficile: nessuno ci crede più, nessuno ha più voglia di fermarsi e guardare indietro; le persone che "hanno il mondo nella mano" come dice Roberto Vecchioni, hanno cancellato il futuro e ci confondono il passato, costringendoci a vivere alla giornata, spingendoci all'egoismo, allo sfruttamento, all'opportunismo, al cannibalismo. Restare aggrappati ai nostri sogni e sempre più complicato, e fonte spesso di emarginazione per chi continua a farlo. Ma la nostra salvezza (e quella, credo, del mondo intero) rimane quella di difenderci da queste aggressioni continue alle nostre anime creative e sognanti. Dobbiamo cercare di custodire dentro di noi come un forziere prezioso i progetti e le tensioni da tirar fuori al momento giusto, Dobbiamo impedire che venga schiacciata la parte migliore di noi, che venga ucciso il bambino che sogna. Ma dobbiamo difenderci, torno a dire. Perciò devo parlare da uomo a uomo, e bussare - toc-toc - alla porta della corazza che, ognuno di noi, (per debolezza) si costruisce nei periodi di difficoltà, per chiedere il permesso di entrare. Fammi entrare, Vale. Facci entrare: mamma, Remigio ed io siamo e saremo sempre dalla tua parte. Se qualcuno ti ha fatto credere e continua a confondere i tuoi pensieri su quelle che sono le cose importanti, non è colpa tua. Se qualcuno costringe i tuoi occhi a guardare solo quello che ti da piacere effimero oggi e non quello che ti attende domani, non è colpa tua: è il segno dei tempi che viviamo. La scuola di per sé non è la soluzione di tutto, ma è un allenamento. Se un calciatore non si allena bene, con scrupolo ed impegno, non riuscirà mai a fare una bella partita. E noi vogliamo che tu faccia una bella partita, invece. Vogliamo che quando sarà il momento di scendere sul prato verde del tuo futuro tu sia capace di giocare alla grande. Perché sempre di giocare si tratta. Ma di giocare da persona adulta. Continuando però ad avere sempre la voglia di aprire, anche di nascosto, quel forziere nascosto e liberare il Genio della Lampada. E quando tornerai dalle partite, sudato e trionfante, avrai voglia, mi auguro, non solo di fare la doccia, ma di far festa con tutti e di ridere di tutto quello che succedeva quando eri un ragazzino. Se ci darai la chiave del tuo profondo, vedrai che non te ne pentirai, anzi. Saremo sempre tuoi alleati sulla strada della vita. Sempre in panchina, ai margini del campo. Pronti, all'occorrenza.
Un abbraccio dal tuo papà che ti vuole tanto bene.

Natale 2012.

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