29.9.20

La collina dei miraggi

Quando l’autunno 
sferza il viso
della mia collina
ritorce la ferita
tra macchie sempreverdi
immote mai dome
e affonda la lama
gelido staffile
come questo maestrale
spettina di nubi
dietro il cerchio lunare
il tuo assurdo sorriso.

Avevo imparato
a rincorrere i tuoi voli
pure propaggini di sole
trionfo delle mie ali
òmega e nirvana,
bacio d’estasi,
vaga stella dell’Orsa,
dove sei finita?

Precipitata in oblio
falso spietato miraggio...

A terra resto
curvo di domande
nudo di silenzi.

24.9.20

Amarsi

Amarsi 
è bere il sole sul corpo
umido
fondere umori
con la febbre del peccato
violare gli anfratti
furiosi dell’anima
infine donarsi
unico moto perpetuo
servente satellite
al pianeta dell’estasi.

Autunno


E venne il tempo delle ombre lunghe 
dell’incespico irato e disperso
sulle pozzanghere della misoginia
che lasciano il cuore sporco
con il capo rivolto all’indietro
assatanato di vuoti a perdere.

Scivolare così nell’entropia
centellinando bytes d’assurdo,
mulinando versi schiaffeggiati,
abbeverandosi a gocce d’esilio
perverso ammutinamento d’ali.

L’eco battente del mio passo umido
è un’irridente cadenza frustrata
e la luce di un lampione bugiardo
proietta beffarde silhouettes
maschere di annoiate sirene.

Questo dedalo di viuzze morte
è groviglio dove arrabatto il tempo:
un autunno di foglie macerate
che hanno perso linfa e ardore
quando il buio ha celato l’orizzonte.

21.9.20

Giornata mondiale dell'Alzheimer


La tua storia
spezzata
raccolgo nelle mie braccia.

Ogni mattina mi presento
e ti lascio la sera
dopo averti raccontato la tua vita.
E mi chiedi “chi sei?”
“un amico, un bambino
un foglio bianco, il tuo sogno
nel cassetto”
sono quello che vuoi
e quello che mi chiederai di essere.

Ogni mattina ti porto
il saluto del cielo
chiuso nel soffitto della casa
che hai amato
la casa dei tuoi amori
delle tue stoviglie
delle tue spezie
dei pannolini e dei diplomi.

Ogni mattina
ti parlo del tuo paese
le tue strade di corsa
i tuoi affanni
le scuole di gesso
le piante, la sabbia del mare.

Ogni sera ti ricordo di amarmi
perché il giorno dopo
possa presentarmi
e raccontarti la tua vita.

Acrobazie d'amore


Non ti muovere Giulietta 
sono subito da te
mi sollevo su di un sogno
pedalando sulla pista delle farfalle
in equilibrio su venti di follia
per baciarti vicino al sole.

18.9.20

Invocazione


Non vorrei più credere 
a passioni lacerate da chimere
a pulsioni cementate di sogno
a ricami di aquiloni
nei cieli rosa dei sospiri.

Non vorrei più macerare
livido d’infranti speranze
affannato di cime colorate
il mio cuore fradicio d’inedia.

Sto introiettando il senso comune
di un’esistenza illogica e piana
tagliata dei picchi di sublime
franata di liquide macerie
stagno di lacrime perenni.

Ma alzati in piedi - se ci sei -  
irritante Dio del Silenzio!

E smentisci questa deriva
dove lento prende la fonda
il gozzo del mio cuore
inerme agli uggiosi venti
di un cinereo autunno.

Separa ancora le pareti del cielo
inietta folgore nelle vene riarse
portami dove si aprono
le cateratte dell’impossibile
avvolgimi d’infinita aurora.

16.9.20

Rondini


Fra le nuvole un volto
e girotondo di rondini
con la mano cerco
afferrare invano
la solidità del vento
perché soffi ancora
essenze ubriacanti
vorticose e birbanti

ma è un attimo
le rondini bucano il sogno
hanno mondi per giocare
hanno vite per amare.

15.9.20

In due


Eravamo in due 
a saltare la corda
a salire sull’altalena
eravamo in due
sulla bicicletta
pedalando verso il sole
il sudore di noi due
a scalare la collina
a bere nel bicchiere
la voce di noi due
a cantare stonati
a raccontare barzellette
non rideva nessuno
tranne noi due
a crepapelle
ridevamo di noi due
i giochi di noi due
fino all’alba
l’amore di noi due
solo noi due
e l’infinito attorno.

11.9.20

Tracciato d'amore

Ci incontreremo lassù 
sul picco del tracciato
con la testa fra le nuvole
con i corpi avvinghiati
assorbiti di aneliti stellari

spiccheremo il volo
rotolando nel caos
fuse anime abbagliate
estasi contemplative
catarsi d’infinito amore

e poi sarà calma di sensi
garbata quiete di baci
il mio petto il tuo cuscino
i tuoi occhi il mio paradiso.

Ti raggiungerò

Scarnifichi ogni giorno 
la mia resistenza di carne
il mio bastione di nuvole
dove corrono liberi i sogni.

Calpesti senza ritegno
il tappeto diffuso
delle mie sterili rivalse
che invano eruttano lava.

Hai derubato slanci in fiore
a più meritevoli sponde
dove il mio spirito claudicante
avrebbe ormeggiato il cuore.

Hai ghermito tenera preda
deliziandoti di primizie sconosciute
poi hai lasciato la rogna agli sciacalli,
ma il vento ti porterà il mio saluto.

Girerai invano cercando il Vello
il mio ricordo come uno schiaffo
puntuale ti colpirà in pieno viso
scorticando la tua sicumera.

Comprenderai cos'hai gettato
nel lago della tua doppiezza.

10.9.20

Rimarginare

Se qualcuno è riuscito
a farti sanguinare il cuore
quella ferita non guarirà mai.
Ma il resto del cuore
si rinforzerà
per sostenere l'emorragia.
E libererà spazio per nuove emozioni.

9.9.20

Willy (*)

Willy 
hai sbagliato mondo
non è quello del Cristo pescatore
non è quello di Francesco tra gli ultimi
non è quello di Gandhi
di Martin Luther King
non è quello del Dalai Lama
di don Tonino Bello
non è quello lì...
hai imboccato la porta sbagliata
ora giochi a pallone con le comete
disegni cuori sulla lavagna dell’infinito
perdonaci noi tutti
che abbiamo cambiato sul Male
la rotta dell’universo.

(*) Willy Monteiro Duarte - 21 anni barbaramente ucciso a Colleferro

7.9.20

Assassina e levatrice


Subdola e ipocrita 
indossando la tua maschera
da velenosa serpe
hai affondato una lama
brillante di effimeri trucchi
nella mia spalla sinistra
ghiacciando inutili palpiti.

Ma non è tracimato vivido sangue
bensì effluvio di catartici sogni
e tu - involontaria levatrice -
hai toccato il miracolo
facendo sì che dessi alla luce
un passeggero di versi:
il Poeta che dormiva in me.

4.9.20

Oggi che t'aspettavo - Vincenzo Cardarelli


Oggi che t’aspettavo 
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s’annuncia e poi s’allontana,
così, ti sei negata alla mia sete.

L’amore, sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci siamo intesi.

Amore, amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d’insulti.


Vincenzo Cardarelli

L'incontro di due Dee


Ogni giorno una carrozza dorata
trainata da sei cavalli bianchi
accosta al balcone del mio cuore.

Ne scende Sua Maestà la Musica
ora con vesti trapuntate d’argento
ora con mantelle di smeraldo
ora con stivali a punta aguzza
e lancia nel cielo ipnotici confetti
note zuccherine o amarognole
che sempre rabbrividiscono l’aere
alimentando inceneriti fuochi.

E d’incanto dall’uscio dell’anima
mi fugge Sua Eccellenza la Poesia
ora vestita di fuochi rosseggianti
ora spenta di grigie malinconie
ora nuda di energie resilienti
destata da quelle vibranti armonie.

S’abbracciano le Dee dell’Amore
su di un tappeto di magiche follie
che arriva su, fino a baciar le stelle.

2.9.20

Il senso della vita

Laggiù... 
si...sotto il sorriso delle stelle
dietro quell’angolo di sole
si proprio lì...
nascosto all’ombra di un pensiero
avvolto da veli di pudore
proprio lì...
mimetizzato
dalla schiuma delle onde
discreto, silente
non lo vedi
ma percepisci
il suo incantevole magnetismo,
il suo donarsi meraviglioso: 
è il senso della vita.

1.9.20

Se fossi...

Ritratto di Johann Wolfgang Goethe

Se fossi scultore 
in punta di scalpello
plasmerei le tue rotondità
ardita geometria dei sensi
divino compasso fatato
tra dolci declivi e
eccitanti promontori.

Se fossi pittore
a volo di pennello
scivolerei leggero
su sconosciute tavolozze
e intriganti acquerelli
per colorare il paradiso
immerso nei tuoi occhi.

Se fossi musicista
al cospetto di Apollo
intonerei rapito
celestiali sinfonie
irresistibili ritmi
per cadenzare irretito
le tue leggiadre movenze.

Ma sono solo poeta
e scruto nel profondo:
il corpo rimane una griffe,
io cammino estasiato
raccogliendo orchidee
sul sentiero luminoso
della tua anima.