Ritratto di Johann Wolfgang Goethe
Se fossi scultore
in punta di scalpello plasmerei le tue rotondità
ardita geometria dei sensi
divino compasso fatato
tra dolci declivi e
eccitanti promontori.
Se fossi pittore
a volo di pennello
scivolerei leggero
su sconosciute tavolozze
e intriganti acquerelli
per colorare il paradiso
immerso nei tuoi occhi.
Se fossi musicista
al cospetto di Apollo
intonerei rapito
celestiali sinfonie
irresistibili ritmi
per cadenzare irretito
le tue leggiadre movenze.
Ma sono solo poeta
e scruto nel profondo:
il corpo rimane una griffe,
io cammino estasiato
raccogliendo orchidee
sul sentiero luminoso
della tua anima.
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