12 novembre 2020

L'albero e il fulmine


Ero frondoso 
orgoglio d’ombra
rifugio d’ali stremate
braccia protese
verdi d’intenso pudore
possanza ambrata di sole.

Il cielo invidioso
mi scatenò il fuoco:
vibrai di secco tremore
mi denudò cinico,
ma non ebbe gusto
a vedermi sconfitto.

Ora nudo sto ancora qui
e il cielo morde rabbia
lo saluto ad ogni alba
cantando alla vita.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie del vostro commento.