Già dopo aver letto qualche pagina si ha la sensazione di essere ammessi ad entrare in un mondo parallelo dove si è spettatori di una trama ordita al di fuori di una dimensione terrena. E alla memoria mi tornano soprattutto le vicende del frate Guglielmo da Baskerville descritte nel formidabile romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” ed anche le più speculative e pretenziose indagini di Robert Langdon nel Codice da Vinci di Dan Brown. Ma, sia alla fin troppo erudita incursione del linguista Eco, sia al fantasioso excursus dello scrittore statunitense, manca un ingrediente che fa del “Segreto” un prodotto da gustare con somma piacevolezza. Ed è la Musica. In maiuscolo perché intuisco che da tutto questo lavorìo mescolato di Storia dell’Arte, Filologia, Storia medievale e poi Esoterismo, Esorcismo ecc. esiste una sola vera protagonista. La Musica come forma d’Arte creativa viene esaltata al punto da farne Colonna Sonora salvifica dell’Umanità. E questa scalata viene storicizzata gradualmente, con tanta dovizia di particolari, descrivendo gli strumenti, (principalmente l’Organo, “longa manus” di Daniele e del suo mentore Frescobaldi), i musicisti, gli spartiti. Insomma da ogni pagina, prepotente emerge il rapporto quasi carnale che l’Autore, ha con questa divina arte, tanto da eleggerla a cotanta Missione. La trama è coinvolgente e le immissioni di citazioni artistiche, letterarie e, come detto, musicali, non ne rallentano affatto il ritmo, rendendo, anzi, il tutto estremamente godibile. Sullo sfondo, la bellissima storia d’amore tra Daniele e Cecilia, che, in un opera che tende a beatificare il Bene sul Male, la Bellezza sul Degrado, l’Arte sulla Mediocrità è una presenza quasi inevitabile. Alla fine si tende a riflettere su quanti episodi, incontri, letture toccano gli animi sensibili, tanto da suscitare in loro l’immedesimazione in qualcosa di più “alto”, il sentirsi parte di un “Progetto”, scritto per loro in un tempo mai terminato. Un tempo che riapre meravigliosamente le sue porte per accogliere anime elette che abbiano facoltà di varcarle per ricucire fili, riaccendere lumi, rivelare segreti, che giacciono, se vogliamo, silenti nel profondo di noi stessi.
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