Stavo perdendo
la mia briscola col Diavolo
in fondo a quel tugurio di cera,
unto di vetri, sporco di noia,
con la pelle del cuore
sfregiata in più punti.
Poi sei apparsa
come statua di Fidia,
imbalsamata di rossetto
con quel gomito sensuale
appoggiato al mio sguardo.
Non sentivo quel sapore
di fragola e sudore
da migliaia di giorni
e il mio petto rimbalzò
cadendo sul tuo sorriso.
Fu così
che stracciai le carte al Diavolo
ridendo corsi verso le tue ali
lasciandolo con un palmo di coda
a guardarmi ballare con te
nel bar diventato paradiso.
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