31.7.20

Let it be (*)


Quando le lance del dolore 
falciano il buio
e troncano le resistenze
c’è mamma Maria che veglia

“lascia correre figlio mio”
scorre saggezza dalle sue labbra
“lascia correre, non ti fare
schiacciare dal dolore”.

Quando nel mondo le genti
alzeranno la voce
ci sarà un solo coro,
ma se sarai da solo
non perdere la speranza:

“lascia correre il sole tornerà
lascia correre, vi riconoscerete
e il sole tornerà”.

Quando la notte fa paura
e la luce soccombe
troverai sempre una risposta
scritta con le fiamme dell’amore

“lascia correre il tempo tornerà
lascia correre il Bene vincerà”.

(*) cit. The Beatles

30.7.20

Nothing compares 2U (*)


Hai fatto la valigia 
piena di svolazzi d’autunno
e sei volata in un bagliore

mi hai lasciato appeso a un ramo
un passero senza canzone
uncinato ad un errore

ora cammino sulla spiaggia
libero sono libero
ma lo spazio mi ferisce

niente è paragonabile a te
non le posate dorate
di un lusso strafottente

posso divertirmi una sera
abbracciare un corpo caldo
ma non bacerò più le stelle

niente è paragonabile a te
niente a confronto
libero sono libero

ma vuoto sono vuoto
niente è paragonabile a te
la tua fonte, la tua chiesa

tutto parla ancora di te
rubo sogni di cristallo
ma niente in confronto a te.

(*) cit. Sinead O' Connor

29.7.20

Verrà un tempo (1)


Verrà un tempo in cui 
sarà incontro di nebbie
all’incrocio rosa di un tramonto
e lì segnerò con le dita un punto
alto nel cielo del mistero

chiederò un indirizzo
a cui spedire un sogno

traccerò curve di meteora
a cavallo su un tozzo di luna

legherò nuvole di pane
strette con il laccio del cuore

ci sarà un respiro di vento
che scompiglierà i tuoi capelli
raccolti sul cuscino del mare

e sarò limite infinito
implosione di cellule
trasloco di stelle
concerto d’eterna armonia.

Curiosità



Il vampirismo affettivo femminile ha un carattere tipicamente esibizionistico, fino al culto della propria immagine attraverso il quale essa vuole vedersi ed essere vista come una diva. E’ così che dal mondo delle soubrette e dell’avanspettacolo prolificano le “vamp”, parola che nasce da una contrazione della parola vampiro. Ammaliatrici e conquistatrici che si industriano di ridurre il maschio alla loro mercé.

26.7.20

Per sempre, poesia


Avevo scagliato
la penna del cuore
lontano
fra cespugli ammuffiti
e venefiche spine di rosa

non un rimpianto
per tanti versi donati
a dei falsi e bugiardi

non un singhiozzo
per icone sbiadite
miserevoli mantidi

non un’esitazione
per ladre di sogni
mediocri burattine

ma dal perfido miraggio
sono cresciuto poeta
e la voglia incalza

chino sull’aiuola
rimesto speranzoso
il terreno del destino

troverò la mia penna
scriverò ancora
salirò delirante
a disegnare comete
a vibrare armonie
a colorare arcobaleni
nel cielo dell’Amore.

It must have been love (*)


Cos’era quel nodo
che stringeva la gola?
Doveva essere amore.
But it’s over now.

Avevo un sogno sul cuscino
e l’inverno macinava giorni
tuonava un silenzio da paura
e lasciavo uncini di lacrime.

Cos’era quel battito sospeso
che faceva mancare il fiato?
Doveva essere amore.
But it’s over now.

Passeggiavo sul ciglio della notte
in equilibrio su un ponte di foglie
suonava un violino triste
battevo le mani alla Falce.

Cos’era quel fuoco sul collo
che bruciava le parole?
Doveva essere amore.
But it’s over now.

Toccavo il soffitto
con i palmi sanguinanti
ero un corpo srotolato
nascosto sotto il letto.

Cos’era quel graffio sul cuore
che cacciava sangue nero?
Doveva essere amore.
But it’s over now.

Ora sono acqua, terra, vento.
Brillo nella stanza del risveglio.
Vedo chiaro un miraggio
che mi raccontava favole.

Cos’era quell’arido rintocco
che ha svelato tutto il trucco?
Doveva essere amore.
But it’s over now.

(*) cit. Roxette

I will always love you (*)


Ogni passo
sul selciato della vita
è un agrodolce ricordo

e ti porto con me
dietro gli spigoli della memoria
scostando le siepi del dolore

ti porto con me
anche se sei nebbia
so che non hai bisogno di me
ma vorrei tu fossi felice

ti porto con me
attaccata ad un filo di Luna
ti amerò lo sai
sarò sempre un tuo fan

ti porto con me
fino alla fine della strada
ti amerò lo sai
anche se sarò nebbia.

(*) cit. Whitney Houston

Romeo and Juliet (*)


Giulietta
sono qui sotto la tua finestra
l’edera ti copre il viso
non riesco a vedere se piangi.

Ma piangevi l’ultima volta
quando abbiamo fatto l’amore
e dicevi “per sempre”
e sono esploso dentro di te

Forse era il momento sbagliato
ma ho steso tutti
con le mie canzoni
come nel film più bello

Il dado è tratto Giulietta
si eravamo sporchi e cattivi
la gente ci sputava dietro
sulle strade della vergogna

Ma io e te abbiamo steso tutti
con le nostre canzoni più belle
siamo al finale del film
perché non riusciamo a scriverlo?

Giulietta abbiamo una penna d’oro
dobbiamo scrivere il finale
con la nostra canzone più bella
dobbiamo vincere il finale
con la storia più bella del mondo.

(*) cit. Dire Straits

It's in your eyes (*)


Sono qui nascosto
dentro un secchio di silenzi
non mi tocchi non mi scrivi
aspetto che il mio nome
affiori ancora dalle tue labbra

non ho più maschere
calate sul cuore
ci sarò se vorrai
allunga la mano e ci sarò
chiamami nel buio e ci sarò

sei tagliata sul mio destino
circondi il mio spazio
riempi i miei pensieri
sei il mio sempre
il totale del mio tempo

sta scritto nei tuoi occhi
allunga la mano e ci sarò
chiamami nel buio e ci sarò.

(*) cit. Phil Collins

Bohemian Rhapsody (*)


Mamma
tu non lo sapevi
ma dentro di te piangevo
faceva già paura il mondo
non sarei dovuto nascere
io volevo le ali
non la mia prigione dorata
devo ripartire
dopo aver ucciso il me sbagliato.

Mamma
rideranno di me
mi ruberanno il sole
devo andare via
c’è un Diavolo che m’insegue
qualcuno ti dirà
è nato pazzo
come dissero a Galileo
lasciatemi andare.

Mamma mamma
aiutami a trovare
il me stesso che non c’è
non portarmi le tue carezze
nel mio letto non ci sarò
non chiamarmi non cercarmi
sarò un altro uomo
mamma ti voglio bene.

(*) cit. Queen

Imagine (*)


Immagina
di non avere un corpo
in equilibrio a cavallo del mondo
incantato tra i poli del tempo

immagina
d’incontrare altre anime
e leggeri correre sul mare
annegare le guerre
soffocare le malattie

immagina
di stringere tante mani
mirabile cerchio di carezze
sul capo dei bambini
miccia dei loro sorrisi spenti

immagina
di sfilare su sentieri di vento
tutti insieme colorati
calpestando inutili armi
perché ci sia solo amore
a circolare sul pianeta.

cit. John Lennon

24.7.20

Florian e la passerotta



Florian era un gabbiano. Ma non si comportava come la maggior parte di essi. Volava basso, svogliato. Non aveva molti amici e preferiva volare da solo, insieme ai suoi pensieri. Un giorno, mentre passava il tempo a roteare su di un prato fiorito notò una passerotta che lo fissava. 
“Che c’è da guardare?” - l’apostrofò. 
“Nulla. Mi piace come voli. Sembri diverso.” 
“Davvero? In che cosa?” 
“Non so. Sembra che ti accontenti, ma le tue ali sprizzano energia vitale. Potresti salire molto più su”. 
Florian rimase sorpreso. Nessuno gli aveva mai letto dentro in quel modo. 
“Si forse hai ragione. Ma perché ti interessa tanto?” 
“Anche io non sono contenta del mio volo. Vorrei salire più in alto”. 
“Non è nella tua natura. Davvero vorresti?” 
“Si. Tu mi puoi aiutare?” 
Florian fu colpito da questa richiesta. La passerotta era molto carina e decise di acconsentire. 
“Ok. Io mi chiamo Florian e tu?” 
“Melissa”. 
“Piacere Melissa...allora andiamo?” 

Seguirono giorni molto intensi in cui i due approfondirono la loro conoscenza, la loro passione per il volo e...fatalmente, si innamorarono. 
Arrivò l’inverno e Florian venne richiamato dal gruppo. Doveva andar via e non poteva sottrarsi. 
“Perché non rimani?” Melissa era disperata. 
“È la mia natura. Dobbiamo spostarci per nutrire i nostri piccoli”. 
“Se te ne vai non volerò più” 
“Aspettami, tornerò con la primavera”. 
“Non so se mi troverai”. 

Florian andò via con il suo gruppo. Dopo l’inverno tornò dove aveva lasciato Melissa. 
La vide mentre sui rami bassi di un ulivo cinguettava con un passerotto. 
“Melissa, sono tornato!” 
“Ciao, mi fa piacere. Ma io non sono più interessata al volo. Mi basta girare intorno a quest’albero. Ora il mio mondo è qui e ho trovato compagnia.” 
“Ma io...pensavo fossi diversa!” 
“Mi piaceva il tuo modo di volare, ma ho capito che non fa per me raggiungere quelle altezze”. 

Florian si allontanò con la morte nel cuore. 

Ancora oggi lo potete ammirare. Traccia furiosamente scie impertinenti nel cielo azzurro. Si ubriaca di sole. Vive nel sogno.


Differenze d'età

Fra me e te...
ventidue anni di differenza
ma fra le mie e le tue,
quando si abbracciano,
si schiacciano gli anni
e si schianta
lo specchio dell'età.

Nizar Qabbani

Un augurio a tutti gli amori insoliti,
a quelle coppie "improbabili",
per differenza di età, stato, cultura...
Auguri di cuore non perchè per loro
sia più difficile amarsi,
ma perchè è a loro che la gente
non gliela perdona. La felicità.

Anna Salvaje

Non è la differenza di età,
cultura o razza che separa le persone,
è la differenza di sogni.
Ci si sceglie per desideri affini.

Ale Marsia

L’uomo troppo giovane è incapace di amare! Non conosce il prezzo di nulla! Non conosce la vera felicità se non dopo averla perduta. C’è più linfa grezza e ombra fluttuante nei giovani alberi della foresta; c’è più fuoco nel vecchio cuore della quercia. Il vero amore è il frutto maturo della vita.

Alphonse de Lamartine


23.7.20

Velocità diverse

L'amore viaggia supersonico
interstellare
brucia spazi e dimensioni
ma può non raggiungere mai 
il suo  obiettivo
se falso e illusorio.

L'odio è lento
cammina con passo deciso
scala montagne con le unghie,
guada fiumi,
rema sugli oceani,
ma se ti sta seguendo
ti raggiungerà e ti colpirà
inesorabilmente.

22.7.20

Maria Maddalena


Oggi 22 luglio si festeggia Maria Maddalena.
La sua storia controversa attraversa i secoli. Prostituta, redenta, testimone della Resurrezione, infine Santa.
Secondo alcuni evangelisti apocrifi, amante di Gesù. Da qui la tesi di Dan Brown che porta a suffragio niente meno che Leonardo da Vinci, il quale avrebbe "sostituito" l'apostolo Giovanni con Maddalena appoggiata alla sua spalla nell'Ultima Cena.
Sta di fatto che è una delle figure più intriganti all'interno della letteratura evangelica.
Le interpretazioni più attendibili la descrivono come una donna sofferente di mali fisici, ma soprattutto psicologici. "Infestata da sette demoni". Chiara l'allusione a manifestazioni e condotte non comprensibili all'epoca. 
Poi incontra Gesù che "la libera". Sembra proprio un intervento esorcistico. E Maria di Magdala lo ricompensa con la sua "devozione". Che può voler dire tutto e niente. A sua volta Gesù la rende degna di incontrare per prima la sua reincarnazione. Insomma gli ingredienti favolistico/esoterici ci sono tutti.
Quello che si può trarre è che a noi tutti potrebbe capitare di non rendersi conto di trascinarsi addosso "sette demoni" che provocano insoddisfazione e sofferenza. Occorre avere la fortuna di incontrare e riconoscere qualcuno che, con amore, li tiri fuori dai reconditi angoli dell'inconscio e li scacci via.

21.7.20

Una non-poesia: ti amo

Quella che segue l'ho definita una non-poesia. Una riflessione su un esubero linguistico che molte volte  si ferma al palo dell'abitudine.

Ti amo. Quante volte questa frase è stata pronunciata o scritta nella storia dell’umanità? Un numero inimmaginabile. Ma se la dividiamo in due parti, prima e dopo internet, ci rendiamo conto che in trent’anni, probabilmente, è stata raggiunta e superata la quantità di tutto il periodo precedente. Un’alluvione. Un’inflazione. Ma l’essere umano, di questa abbondanza, ha raccolto poco o nulla, non ha lustrato il suo DNA, non ha revisionato i suoi comportamenti, non ha reso il suo vivere più gentile. Eppure è la frase che accompagna l’impeto più straordinario che prorompe dai nostri sensi, quella che ci moltiplica le forze quando stiamo per crollare, quella che ci fa credere di essere immortali. Ma questa stessa illusione di onnipotenza ci condanna spesso a sprecarne la profondità. Perciò quando stiamo per pronunciare “ti amo”, fermiamoci un nanosecondo. Facciamo che non sia un banale interloquire, non schiacciamolo tra deprimenti parentesi, non abbelliamolo di inutili orpelli, maiuscole o emoji. Non inviamolo in allegato, in calce, o “a seguito tua del” ecc. ecc. E soprattutto, non rivolgiamolo a chi, non siamo assolutamente certi, se lo stia meritando. Stiamo donando la nostra storia, il nostro presente e promettiamo il futuro. Non ce lo urliamo di fronte, come se fosse una sfida per tenere l’intero pianeta al di fuori del nostro piccolo universo, o di schiena, perché tanto, siamo certi, arrivi comunque a destinazione. Sussurriamolo all’orecchio, fianco a fianco, tenendoci per mano, per attraversare insieme la vita. Ti amo. Una piccola frase. Due parole che viaggiando vorticosamente sulle pagine del vocabolario, si incominciano a cercare all’alba del nostro andare, si inseguono, si scoprono, si annusano e si allacciano. Due parole che, se abbiamo la fortuna di poter donare è perché qualcuno, anni prima, le ha donate in esclusiva per noi, che siamo il prodotto meraviglioso, unico, irripetibile di quel “ti amo”.

17.7.20

Stand by


Piove la calma cieca 
lanugine senza peccato
passeggia su scorci rosa
l’ultima lancia di sole.

Tende al mormorio
il passo indeciso
del mio cuore sospeso
in questa valle di silenzi.

Ignoro cosa si cela
fra i rosai e gli oleandri
che macchiano di se
i declivi del nonsenso.

Attendo meditando
il perverso gioco del fato
che dona e travolge
in tempi asincroni
i nostri più bei sogni.

16.7.20

Era un gabbiano


Era un gabbiano. 

Volava triste
cucito di un grigio
maculato.

Un giorno si voltò
la sua vita sbattè
s’illuse che fosse specchio: 

finta era la sua poesia
posticce le ali
artefatta
la sua profondità

si finse gabbiana
non s’alzò mai da terra.

Il rosario


Sgranami.
Sono il rosario
della tua eternità.

15.7.20

La barchetta

La mia barchetta
dove pesco
parole liquefatte
da incollare
sul cielo della passione
è ferma alla fonda

giro in tondo
scrutando aliti di vento
vibrazioni di sensi stremati
mentre forbici lineari
intagliano curiose
strali di nuvole orfane.

Ho percorso mappe
di pensieri aggrovigliati
incandescenti lapilli
sulla schiena del fato

poi il precipitar del mito
ha essiccato le correnti
dove scorrevano i sogni.

Ora, alla fonda,
attendo scosse d’oltremare
che riportino sulla prua
sole, stelle e porti accoglienti.

Conchiglie


Siamo
due conchiglie
frastornate
dal rumore cupo
di un mare ingrato
sbattute
dai calci del destino
incredule rassegnate
fino al miracolo
di ritrovarci avvinte
nude schiumose
a palparci l’anima.

La maschera


Alfine
la maschera
si è sciolta
s’intravede irridente
il colore dell’inganno.

Finto
il decollo,
azzoppato
il volo
ancor più mediocre
l’atterraggio.

Confusa
anonima
vuota
meccanica routine

invano imprimerai
orme banali
prona innanzi
a totem di carne.

Nonostante



Il sole bussa
allla finestra della mia isola
mi ricorda costante
il fulgore assurdo
di questa vita che scorre
nonostante

le mie mani rincorrono
una carezza sfuggita
tra le maglie del cuore
perché dolce è il rumore
di questa vita che scorre
nonostante

anche oggi la mia corsa
col sogno in mano
con la testa nel blu
perché forte è il colore
di questa vita che scorre
nonostante.

9.7.20

Vento di glicine


Ti ho sentito 
respirare vento di glicine
mentre trascinavo
il mio fardello di rovi

eri dietro un angolo di sole
appollaiata su versi di smeraldo
sussurrati ad un soffitto di stelle

era il mio linguaggio
disegnato sui sentieri del cuore
che sentii di comprendere
prima che fosse pensato
prima che nascesse sulla luna.

Ero a terra avvinghiato
al mio immane fardello
lo hai sollevato come piuma
e scagliato lontano
in un giardino di aranci.

Mi hai detto “alzati, corriamo
non mi fermerò ma la mia scia
ti porterà lontano
nella foresta delle Fate
sotto le cascate dei Desideri”.

Sto viaggiando nel mistero
prima o poi ti troverò
e bagneremo le guance
con l’essenza dei sogni.

7.7.20

L'eterno ritorno

Nell’arido trascorrere 
di meriggi aggrumati
di sole reclino
da lungi insinuato
tra innocue vacuità
ti affacci impertinente
ninfa dei miei boschi
eccentrica fata
fulgente sciamana
senza scampo
mi possiedi inerme
e mi sbriciolo in te.

Resta ancora
deflagrami dentro
srotola il mio supplizio
calpesta la mia noia
leggimi la fiaba
del nostro eterno ritrovarci.

Tramonto da me


Quando negli estivi crepuscoli 
il sole sanguina cadente
mi reco lì dove il dolore
si mesce d’azzurro sconfitto
mi chino col rosso
aguzzo l’udito
se, al caso,
l’immenso infinito della notte
alfine mi darà retta
rivelando il mistero
del tuo tramonto da me.

Ho inciampato sulla tua anima


Ho inciampato 
sulla tua anima
calpestando un sogno
i tuoi frammenti
sotto un terreno brullo

le mie lacrime costanti
le tue esili radici
il tuo fiorire
indifferente al mio pianto.

Offrirmi al volo
nuovamente
in un cielo di passione
smentire l’acido sapore
dell’incolore assuefazione

che sia l’impossibile
la mia azzurra mèta
incontriamoci lassù
dove fanno l’amore
gli angeli.

L'ombra di te


L’aria 
rassodata da frange
rubino screziato d’avorio
contiene refoli di te
resilienti tenaci
aggrappati ad uno sbavo
di tempo soffuso

l’ombra di te
emerge dal cerchio
paludato dove stremato
argino il dolore.

Ho la proiezione
del tuo volto
sul soffitto dorato
del mio tempo vuoto
accarezzo i tuoi capelli
brivido divino

non sei mai andata via
popoli le mie notti
canti le serenate
del mio perenne inverno

bacio la tua ombra
mia unica scialuppa
nel naufragio della vita.

Esiste un luogo

Esiste un luogo
dove il polline
dei miei pensieri
si accoccola esausto
sparge onde
ubriache di nettare
intinge armonici colori
dalla sensuale tavolozza
della tua anima nuda.

Nelle notti acide
dove sudore e lacrime
miscelate di grigiore
premono sul torace asperso 
scavando fosse d’ansia

non mi rassegno al buio
voglio incendiarmi ancora
ardere di piombo fuso
squarciare le vene
donare passione e piacere
fino all’ultimo sussulto.

Lascio scorrere


Lascio scorrere 
 - indolente alchimia -
la freschezza
della tua fonte di sole
quando mi cerchi
dietro l’angolo della tristezza
con la delicatezza
di un volo di farfalla
quando mi pensi
(se mi pensi)
iniettando nettare vitale
nei miei sensi sfocati.

In circolo
prigionieri di amorfi
ghirigori
i miei pensieri
estenuati giacciono
intorno ad un’assenza:
mi manca il tuo battito di ciglia
il tuo indice sul tasto del cuore
il tuo leggermi sottovoce.

Decollo e rendez-vous


Manca poco 
il countdown scandisce
posticce pause di suspense
nell’aria trucioli di benzene
cenere di vento

ecco sibili di scintilla
rombo di turbine
ruggito di presunzione
punto l’azzurro

mi slancio imponente
un tuffo nel mistero
un aggancio di follia
navicella di speranze

seguimi se vuoi
compagna interstellare
dammi la mano
tracciamo orbite sognanti
diamanti purissimi
brilleremo in eterno.

Una donna sa


Una donna sa 
come tenerti appeso
ad un filo di rosa

come innalzarti
e rotolarti
giostra di vertigini

come prenderti in sella
al galoppo
verso il paradiso

come alzare una corazza
alle ingiurie del volgo

come brillare sublime
stella polare.

4.7.20

Assetato di luce

Attendo
lo sfiorarmi di luna
più in alto del gemito
che dal basso ghermisce

osservo
la danza delle stelle
il bacio dei pianeti
incollati all’iride

assorbo
salvifiche vibrazioni
pronto al balzo
assetato di luce.

Formicolar di sogni

Viviamo
arrotolati a un senso
logoro scontato
trascinando ciarpame
che ci sbreccia la schiena
inseguendo miraggi
beffarde trottole.

Ma quel lontano scintillio
(forse) è solo formicolar di sogni
ma ci riporta a galla
gonfia aneliti di candore puro
e ci racconta un nuovo giorno.

Dirupi d'amore


Lenti
emaciati
inciampando
roggie di lacrime
raschiando
rantoli di sogno
tuttavia
restiamo
tutt’uno con la vita
le braccia sospese
su dirupi d’amore
pronti
a precipitare
in folli desideri.

La sera del poeta


La sera
attraverso un ponte di stelle
sostenuto da filari di comete
oltrepasso la linea dei poli
scavalco i crateri lunari
danzo fra gli anelli di Saturno
perché il poeta
non ha gravità
fardelli o bagagli
ha il cuore sempre in viaggio
sulla rotta del sogno.

L'incrocio di due fiammelle


Un giorno
incendiasti la via
dei miei insipidi passi
eri luce ovunque
passeggiavo nella tua scia.

Poi ti spegnesti
candela incappucciata
e mi travolse il buio.

Ho attraversato le sponde
in un ghiaccio mattino
valigia colma
di tesori incartati.

Ora cerco un’anima
all’incrocio di due fiammelle
la chiave del mio destino
affidata al Maestrale
soffiata tra valli e cascate.

Chi la raccoglierà
libererà il mio spirito
accasciato fra le dune
offrendosi alla mia tenerezza
cibandosi della mia passione.

Due labbra


Due labbra
che s’incontrano
ad un incrocio di stelle

due curve di pelle
che volano
e ballano allacciate

due avidità di sogno
che salutano il tempo
e viaggiano per sempre.

Please forgive me (*)


Mi hai incontrato in volo
ci siamo bloccati in aria
ci siamo annusati
abbiamo volteggiato
intorno ai nostri nidi
soffiato sulle nostre paure

“please forgive me”

poi le nostre ali
si sono intrecciate
io non sapevo di averle
tu non sapevi usarle
abbiamo fatto girotondi
stupiti da tanto cielo

“please forgive me”

e il mare il sole le stelle
e tutte le altre anime volanti
hanno preso a cantare
e viaggiavamo rotolando
inciampando negli arcobaleni

“please forgive me”

perché mi hai lasciato la mano?
perché ti ho mollato il cuore?
attenta precipitiamo!
ma il mio sogno è restato lassù
inchiodato tra cornici di nuvole

“please forgive me”

ho perso il tuo punto d’impatto
sorvolo i tuoi pensieri
accetto i tuoi rimbrotti
il mio sogno è restato lassù
incrostato tra rami di nuvole

“please forgive me”
“please forgive me”

il mio eterno ritornello.

(*) cit. Bryan Adams

L'irrompere del Diavolo


Porterò
ancora le mie spalle
ad anchilosare la notte
sfregia di stimmate
monca d’argine al desiderio

cingerò
di coltelli acuminati
la cintura del supplizio
e mi specchierò di sangue
colato in ordine seriale

verserò olio incandescente
sulle vesciche del passato

questo passato che non passa

sdraiato su odio salottiero
azzoppato da fughe verticali

questo passato che fuma menzogna.

Fermo nel tramonto


Nel mio cantuccio di Paradiso
scocca l’ora dei grilli
mentre le tortore assonnano
il loro cadenzato vociferare
le lucciole sfregano le alette
e la civetta smaltisce il suo torpore
tra poco gutturale s’alzerà.

Il cielo timido rossastro
s’inchina devoto
alla Principessa del tramonto:
quella Venere impertinente
sensuale nel suo nudo biancore
fosforo e diamante grezzo
anfitriona del peccato
scacciata solo dall’urlo
che l’Amore sprigiona
alla Luna Universale.

M’inchino anche io
di fronte alla roulette
che la Natura stabilisce
su di Noi oltre Noi
non ponendomi più quesiti
che l’umana sorte non risolve.

Mi taccio e si taccia il mio cuore
che palpita sovente
oltre le mura del visibile
sfiorando la coda del destino.

Rialzarsi, sempre.


In uno scorcio
d'intimo connubio
pianeti genuflessi
al cospetto dell'ignoto
rimbalzano senza volto
distesi sull'orizzonte vitreo
mentre lacrime circolari
avvolgono l'etere.

Non scorgo segnali
disegnati sul viso
di plumbee ninfee.

Allora virerò deciso
su mari incantati
dove follie di arcobaleni
orleranno il mio volo radente.