Ti ho sentito
respirare vento di glicine mentre trascinavo
il mio fardello di rovi
eri dietro un angolo di sole
appollaiata su versi di smeraldo
sussurrati ad un soffitto di stelle
era il mio linguaggio
disegnato sui sentieri del cuore
che sentii di comprendere
prima che fosse pensato
prima che nascesse sulla luna.
Ero a terra avvinghiato
al mio immane fardello
lo hai sollevato come piuma
e scagliato lontano
in un giardino di aranci.
Mi hai detto “alzati, corriamo
non mi fermerò ma la mia scia
ti porterà lontano
nella foresta delle Fate
sotto le cascate dei Desideri”.
Sto viaggiando nel mistero
prima o poi ti troverò
e bagneremo le guance
con l’essenza dei sogni.
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