Nell’arido trascorrere
di meriggi aggrumati di sole reclino
da lungi insinuato
tra innocue vacuità
ti affacci impertinente
ninfa dei miei boschi
eccentrica fata
fulgente sciamana
senza scampo
mi possiedi inerme
e mi sbriciolo in te.
Resta ancora
deflagrami dentro
srotola il mio supplizio
calpesta la mia noia
leggimi la fiaba
del nostro eterno ritrovarci.
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