4.7.20

Fermo nel tramonto


Nel mio cantuccio di Paradiso
scocca l’ora dei grilli
mentre le tortore assonnano
il loro cadenzato vociferare
le lucciole sfregano le alette
e la civetta smaltisce il suo torpore
tra poco gutturale s’alzerà.

Il cielo timido rossastro
s’inchina devoto
alla Principessa del tramonto:
quella Venere impertinente
sensuale nel suo nudo biancore
fosforo e diamante grezzo
anfitriona del peccato
scacciata solo dall’urlo
che l’Amore sprigiona
alla Luna Universale.

M’inchino anche io
di fronte alla roulette
che la Natura stabilisce
su di Noi oltre Noi
non ponendomi più quesiti
che l’umana sorte non risolve.

Mi taccio e si taccia il mio cuore
che palpita sovente
oltre le mura del visibile
sfiorando la coda del destino.

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