30 novembre 2020

Mani

Mani che stringono
mani che rigano
mani che cercano mani
mani di altre mani.

Mani che scaldano
mani che vivono su mani
mani che muoiono su mani.

Mani che disegnano
mani che scrivono su mani
mani che amano altre mani.

Mani da sole
mani vuote
mani che sanguinano.

Le mie mani monche
senza le tue mani.

Follia

Ti sento fremere 
mentre passo e ripasso
con i miei sfiori liquidi
studiando ogni curva
dolci invasioni d’anfratti,
bollicine urlate di voglia.

Scivolo tenue in calde discese
e tu implori pause e ritorni,
sali delirante in cima al sole.

È folle amarti così all’infinito.

Scalza

Il profumo dell’erba
ti fa scia
mentre scalza
saltelli sui miei sensi
e mi fai sorridere,
la tua follia mi fa sorridere,
tutto di te mi sorride,
mi solletica, mi gingilla.

Non hai una linea retta,
capovolgi le logiche,
ribalti le regole,
corrompi i precetti.

Mi giri intorno,
trottola sensuale
e mi trascini succube
rotolando sulle tue curve.

Sei un turbine di sole,
disegni archi di cobalto
inanelli corone di stelle
che ruotano nel mio universo.

E mi lascio andare
macchiato di rossetto,
intriso di erba e rugiada,
confuso di sazietà,
mentre scalza ti allontani
cantando a rose e ciclamini.

26 novembre 2020

Murales

Mi è sfuggito un pennello 
lo avevo perso
fra le pieghe dell’anima:
ha unito di nascosto
i brillanti delle stelle.

Attonito mi fermo
a guardarmi dentro.

Ciao Diego

Oplà 
E la palla non c’è più!
Ci hai preso per mano
e ci hai portato
nel tuo Castello magico
con il prato verde smeraldo.

Oplà
Ci fai girar la testa
La palla ha preso vita
Ce l’abbiamo sulla schiena
No! Sotto le gambe
No! È diventata un uccellino!

Oplà
A bocca aperta c’incantiamo
Siamo tutti sul tuo prato
Vogliam scoprire il trucco
Macché non c’è inganno
Solo un artista col pallone.

Oplà
Hai terminato il tuo numero
Applausi a scena aperta
Un sorriso alla tua Napoli
La seconda Buenos Aires
Ora dribbling fra le nuvole.

San Pietro è pronto ad arbitrare
La tua partita con gli Angeli.

24 novembre 2020

Fibonacci day


Sei tu poesia dei numeri 
la mia progressione lineare
il mio girotondo di spirali,
vertigini geometriche
sprofondi quantistici
tu - mio unico Teorema -
hai risolto le mie equazioni
ma sei fuggita con la soluzione:
ti cerco su pergamene stellari
esule numero primo.

23 novembre 2020

L'amore è analfabeta

Tu mi esisti 
mi bisogni
io ti culmino
ti volo
ci impazziamo
ci profondiamo.

L’amore è analfabeta.
Viaggia su codici alati.
Mastica stelle non verbi.
Una babele dorata
dove solo due anime
si comprendono.

Ed emettono sogni.

Giro ancora gli angoli


Giro ancora gli angoli 
intonacati di breccia
sanguigna
sentendo i tuoi passi
indiscreti
calpestarmi le palpebre.

Giro ancora gli angoli
dietro la tua scia
insaziata
turgida di labbra
infuocate,
umida di ardore.

Fessure di cielo


Buongiorno a te 
che voli fuori
dalle pareti del tuo tempo
il tuo cuore è oltre
i tuoi occhi avanzano nel vento
passeggi su fantastiche nuvole
prendi per mano fessure di cielo
e plasmi forme colorate d’infinito.

19 novembre 2020

Ape operaia


Rimbalzo 
sui miei sogni
come ape operaia, 
raccolgo nettare di te, 
gustoso fiore multicolore
avidamente succhio,
centellino, m’intingo,
ritorno al volo,
avvolto di sole, 
ubriaco di gioia.

Balia dei venti


Abbandonarsi così
in balia dei venti:
il Maestro asciuga, 
lacrime invadenti,
lo Scirocco frulla,
ricordi come pietre,
Levante accoglie
migranti dell’anima
e la brezza di Terra
rotola letti di foglie,
gioca a rimpiattino
all’ultimo crepuscolo.

Versi appannati


Faccio penna 
delle mie dita
su quaderni appannati
dove sciolto e dolce
è intingere il ricordo.

Tamburellavano così
sui tuoi pensieri nudi,
giocando a nascondino
su incantevoli dune
spinti dalla tua marea
che s’alzava al mio sfioro.

18 novembre 2020

Generazione Zero


I passi lenti 
acciottolati, incanutiti,
lente si allontanano le Storie,
la strage silenziosa
dei custodi della memoria,
inestimabili stimmate,
carezze sui fianchi del mondo.

Quanto ingiusto è questo Addio
estorto ad un paese ingrato
che avete costruito col sudore
condenso di lacrime e onore.

Perdonateci voi che sapete
cosa significa il perdono
come si bacia la fronte
come si tende la mano
come si prende in braccio il futuro.

Perdonate l’insulso parlottare
di menti insipide e vuote
lezzo indecente di marcio potere:
non conoscono la vera ricchezza
di una favola raccontata sulle gambe,
di una tazza di latte sul comodino
di uno scialle ed una preghiera.

Il vostro arcobaleno
non si spegnerà mai
nei nostri cuori lacerati:
grazie del vostro passaggio,
uno scavo profondo
nel nostro vivere.

16 novembre 2020

Canto di Naiadi


Hai passeggiato ancora 
nei miei sogni ruvidi
occhieggiando liquida
tra rami di melo:
chiedevi che t’afferrassi
stringendo il tremore
del tuo fuoco sensuale.

Ti ho morso selvaggio
fino in fondo all’anima
dove il sapore grondante
intonava concerti zuccherini
spalmati su labbra invadenti.

Abbiamo accelerato sintonici
al ritmo di esplosive movenze,
ruggendo d’estatiche bolle,
unendo cellule primordiali
noi - un’unico canto di Naiadi.

Paura della luce


La luce a volte 
fa più paura del buio:
essa rivela parti di noi
che non parlano di noi.

Invece, di spalle
stringiamo le pupille
cercando una fiammella
che con grande tenerezza,
palpabile attenzione,
infinita dolcezza,
a poco a poco
sveli quelle parti
di cui intimamente
custodiamo il segreto.

Potremo così donarci
senza pudori
a chi - quella fiammella -
alimenta nel suo cuore.

12 novembre 2020

L'albero e il fulmine


Ero frondoso 
orgoglio d’ombra
rifugio d’ali stremate
braccia protese
verdi d’intenso pudore
possanza ambrata di sole.

Il cielo invidioso
mi scatenò il fuoco:
vibrai di secco tremore
mi denudò cinico,
ma non ebbe gusto
a vedermi sconfitto.

Ora nudo sto ancora qui
e il cielo morde rabbia
lo saluto ad ogni alba
cantando alla vita.

11 novembre 2020

Le ali della libertà


Vai 
tu che puoi respirare
libero su cieli non transennati
vola su menti ottenebrate
spargi gentilezza
accarezza figli spaesati
ascolta vecchi abbandonati
aspergi cuori rinsecchiti
raccogli speranze in fuga
vai
vivi, sogna, ama!
fa buon viaggio.

Cosa fa un poeta


Il poeta 
siede su un divano di parole
ha il cielo nella mano
dai suoi palmi volano
matrimoni di vocali e consonanti
danza tra metafore ed ossimori
bacia sulle labbra
rime ed endecasillabi.

Il poeta
inventa ogni giorno
una lingua sconosciuta,
grammatiche forgiate
dal fuoco delle nuvole
verbi che s’inseguono
felici tra tornanti di rose.

Il poeta
entra ogni secondo in un sogno
comunica pulsioni stellari
traduce sinfonie d’uragani
porge doni all’infinito
avvolti da nastri di sole.

Il poeta
beve i maestosi colori del tempo
s’inginocchia all’altare del mito
ama ed ama senza ritegno
nel profondo senza pudore
fino alla fine del dolore.

Doppio

Sono doppio. 
Lo sono sempre stato.
Quando ti ho incontrato
incastrata nell’iperspazio
- con nonchalance -
hai unito le due parti
con divino collante.

Ora sono di nuovo due,
uno in superficie arranca,
l’altro, embrione affamato
nella placenta della poesia,
vola, sogna, ama e
- corolla d’argento -
attende un altro tocco.

La scacchiera

La vita è una scacchiera 
vince chi rischia di sognare
il Re maestoso ma pesante
sol di un passo in dotazione
quando coraggio lo sostiene
al più s’arrocca in quarantene.

La Regina può tutto
vola da un capo all’altro
minaccia distrugge domina
ma troppa fede mal incoglie
di trappole è vittima sacrificale
tanto potere, amore virginale.

E le Torri scrutano lontano
dagli angoli fanno ombra
imperiose si destreggiano
in lungo in largo liberate
ma - gemelle - son crollate.

Gli Alfieri caselle monocrome
noioso bolso scorazzare
non s’incontrano sui quadri
tracciano diagonali
a capofitto lungo i viali.

I pedoni son carne da macello
pian pianino cadono a filotto
non si fanno prigionieri
uno avrà in dono la corona
se porta a casa la padrona.

Io son Cavallo e vado a caso
pazzo saltello invasato e scrivo
versi sghembi bianchi e neri
la mia scia è impertinente
sol chi mi ama mi comprende.

3 novembre 2020

Nel segreto della poesia


Nel segreto della poesia 
mi rannicchio tremulo,
nudo di percosse,
anima sfibrata.

E sale piano il ristoro
di un cuore che urla,
spande delizie gentili
su sponde assetate.

Lì in quel cantuccio
fioriscono petali di sogno
che amo donare al vento.

Ti cercherò lassù
dove riposano i gabbiani,
danzano gli Elfi,
fuggono le comete.

Bacerò le tue orme
allagate di plenilunio,
berrò alla tua fonte
zuccherata di sogno.

Ti porterò con me
passeggiando tra viali
di stelle innamorate.

Ti chiederò in sposa
in ginocchio sull’Eterno.

2 novembre 2020

In ricordo di Sean Connery


Che bello il tuo mondo James... 
dove trionfa sempre il bene, 
dove l’ingiustizia viene sconfitta, 
dove l’agente segreto è un gentiluomo, 
dove la donna è rispettata anche se nemica, 
dove - si - c’è il lusso, il denaro, il potere,
ma vince sempre l’umiltà del buono.

Chissà se avresti scoperto
che c’è una SPECTRE dietro questo virus:
li avresti sconfitti James...

Ora lassù, quando ti sei presentato,
hai detto “Sono Bond....oops!
Sono Connery....Sean Connery”
e San Pietro ti ha chiesto di fare un selfie...

Recensione al volume "Il segreto di Santa Cecilia" di Domenico Morgante


Già dopo aver letto qualche pagina si ha la sensazione di essere ammessi ad entrare in un mondo parallelo dove si è spettatori di una trama ordita al di fuori di una dimensione terrena. E alla memoria mi tornano soprattutto le vicende del frate Guglielmo da Baskerville descritte nel formidabile romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” ed anche le più speculative e pretenziose indagini di Robert Langdon nel Codice da Vinci di Dan Brown. Ma, sia alla fin troppo erudita incursione del linguista Eco, sia al fantasioso excursus dello scrittore statunitense, manca un ingrediente che fa del “Segreto” un prodotto da gustare con somma piacevolezza. Ed è la Musica. In maiuscolo perché intuisco che da tutto questo lavorìo mescolato di Storia dell’Arte, Filologia, Storia medievale e poi Esoterismo, Esorcismo ecc. esiste una sola vera protagonista. La Musica come forma d’Arte creativa viene esaltata al punto da farne Colonna Sonora salvifica dell’Umanità. E questa scalata viene storicizzata gradualmente, con tanta dovizia di particolari, descrivendo gli strumenti, (principalmente l’Organo, “longa manus” di Daniele e del suo mentore Frescobaldi), i musicisti, gli spartiti. Insomma da ogni pagina, prepotente emerge il rapporto quasi carnale che l’Autore, ha con questa divina arte, tanto da eleggerla a cotanta Missione. La trama è coinvolgente e le immissioni di citazioni artistiche, letterarie e, come detto, musicali, non ne rallentano affatto il ritmo, rendendo, anzi, il tutto estremamente godibile. Sullo sfondo, la bellissima storia d’amore tra Daniele e Cecilia, che, in un opera che tende a beatificare il Bene sul Male, la Bellezza sul Degrado, l’Arte sulla Mediocrità è una presenza quasi inevitabile. Alla fine si tende a riflettere su quanti episodi, incontri, letture toccano gli animi sensibili, tanto da suscitare in loro l’immedesimazione in qualcosa di più “alto”, il sentirsi parte di un “Progetto”, scritto per loro in un tempo mai terminato. Un tempo che riapre meravigliosamente le sue porte per accogliere anime elette che abbiano facoltà di varcarle per ricucire fili, riaccendere lumi, rivelare segreti, che giacciono, se vogliamo, silenti nel profondo di noi stessi.