14 aprile 2020

Ad Alda Merini


Alda 
è il percorso dei poeti
un’ombra ci accompagna
ci contraddice ci separa
scava fra le macerie
brucia i destini

travolge affetti
tortura desideri
ci combatte contro
perenne scrupoloso
cilicio dell’anima

e da questa guerra
unici reportage
i versi contorti
esangui brutalizzati
ma vividi di sogno
proiettati su orbite
d’amore invisibile

noi esseri bipolari
eternamente uguali
metastaticamente soli.

I sensi del silenzio


Aprirsi d'incanto 
sulla vastità del silenzio
abbracciare la rotonda
mestizia dell’infinito

cercare un senso
un’iconica trasparenza
veleggiare come onda
seguendo le curve
armoniose dell’anima

dove si ferma il sogno
dove abita l’eterno.

Stanze vuote



Stanze vuote
ove aggrovigliato
il mio senso geme
ove spiriti antichi
pronunciano silenzi
in fa diesis

stanze vuote
ove s’aggira stentata
una trama di specchi
ove in punta di piedi
cerco un colore
che m’imbratti dentro

stanze vuote
non scontate
renitenti, disadorne
che avrei riempito
di futile quotidiano
fantastica routine

stanze vuote
inusitato rigetto
stuprati orizzonti
ove cala il meriggio
e s’arena il rimpianto.

Mi è arrivato un sorriso


Il vostro sorriso
ha scalato il cielo
più leggero del coraggio
più musicale del silenzio

noi viventi a testa bassa
affondati nel grigio
rancorosi distratti
basta un raggio
di una piccola stella
a illuminare il cammino

basta poco per volare
leggeri sulle onde
di un tempo nuovo
grazie del vostro dono

quando riapriremo
le porte al futuro
vi incontrerò nella vita:
ci faremo un cenno
e quel sorriso
risplenderà perenne.


A Papa Francesco


Signore 
sono solo pulviscolo
disordinato di cellule
ascolta questa invocazione
laica, esterna
da chi ha sempre avuto dubbi
da chi ha sempre creduto
negli atti degli uomini
piuttosto che nelle benedizioni

da chi ha sempre pensato
che il libero arbitrio
sia un comodo rifugio
per illusi impenitenti
e filosofi impacciati

è giunto il momento:
non ascoltare i nostri
contraddittori lamenti
le nostre ambigue
professioni di bontà
noi attenti al nostro
temporaneo vacillare
ma ciechi al mondo
che si sfalda;

c’è un grand’uomo
assiso sul Soglio di Pietro
se vuoi battere un colpo
hai la tua volontà
tra le sue mani
hai la tua immensità
nel suo cuore.

Saluto ai pescatori



Gente 
scopritevi il capo
passano i pescatori
solcano il cielo
cantano all’abbondanza
portano fiori
nei vasi del tramonto

gente
aprite le finestre
passano i pescatori
accendono le lampare
cantano alla fertilità
portano coraggio
alle anime affrante

gente
alzate le braccia
salutate i pescatori
svuotano le stive
cantano all’amore
portano speranza
alle nostre prigioni.

Italia, resisti


Un canto di bimbi 
acuto nel cielo avanza
ed io in questa stanza
ho preso un volo brillante

Italia mia tenera amante
stremata piangente ferita
i bimbi ti sanno curare

Italia culla dei miti
nobile ostetrica di geni
fucina d’arte sublime
resistente generosa

ti terremo la testa
fuori da quest’acqua fetida
ti respireremo nei polmoni
ti restituiremo ancora
il sole ballerino
la luna innamorata
la gioia della musica
la danza dei poeti

Italia risorgi
i bimbi ti amano
e ti vogliono scoprire
intatta meravigliosa
eterna.

Immunodepressi


Numeri
scarni freddi
contatori.

Atoniche voci
sciorinano elenchi
dove in fondo
sottovoce sbrigativa
una stringa e una giustifica:
MA.

Non erano MA.
Erano i nostri padri, madri
erano i nostri nonni
i nostri piccoli sfortunati
che forse sorridevano ancora
sulle loro cigolanti carrozzelle.

Non erano MA.
Erano complessi di cellule
impazzite di vita
tenute insieme
da circonferenze d’amore.

Non erano MA.
Erano come noi
in mezzo a noi
correvano ancora
nei nostri pensieri
baciavamo le loro scie
benedivamo ogni minuto
del loro tempo insieme.

Non erano MA.
Non metteteli più
all’ultimo posto.

Loro sono NOI.