26 marzo 2006

Ne facevamo volentieri a meno...











10 anni senza calcio. Poi un giorno... Imprenditori senza scrupoli, speculatori da strapazzo che sfruttano l'incultura e l'immaturità sportiva a fini di tornaconto pubblicitario, amministratori succubi dei rimorchi elettorali e della facile popolarità, deliri razzisti conditi da svastiche sui muri, antagonismo becero con le popolazioni vicine, violenze gratuite contro le forze dell'ordine, stampa e televisioni locali che "glissano" su tutto. Questo è il ritorno del calcio "che conta" a Monopoli. Ne facevamo volentieri a meno...

19 marzo 2006

Monopoli: Città carsica



Nella nostra attivissima città abbiamo quasi raggiunto stati umorali vicini all’atarassia. Si pensi in primis alle opere pubbliche: tutte progettate e realizzate in pochissimo tempo e tutte con priorità diretta ad alleviare i disagi di noi cittadini. Infatti, per rendere divertente il nostro percorso nel traffico quotidiano, tutto è organizzato come una gigantesca caccia al tesoro. Giri di qua perché sai che di là è intasato e ti trovi un bel cantiere con un cartello “TORNARE INDIETRO STRADA BLOCCATA”. Sorridendo per l’intelligente trovata, torni indietro, giri intorno e trovi una carreggiata divisa in due da degli scavi archeologici (nel senso di vecchi...), con una fila biblica di macchine che suonano allegramente, contenti di passare un po’ di tempo in più tra amici invece di andare a sbrigare qualche futile commissione. Ridendo a crepapelle, pensi “Ma che mattacchione quell’assessore, se non ci fosse lui chissà che monotonia sarebbe circolare in città”! Pensate che all’inizio dell’anno il buon Lotesoriere ha avuto un’altra geniale trovata: ha appaltato i lavori per consolidare il ponticello sul torrente di via Procaccia, e ha giustamente omesso di far realizzare una pedana provvisoria per consentire l’accesso pedonale agli impianti sportivi (Campi Alternativi, Piscina Comunale). Con il risultato che, a colui il quale doveva solo accompagnare e venire a prendere gli utenti, veniva proposta anche la visita guidata al Castello di S.Stefano (la cultura è sempre nei pensieri dei nostri amministratori) ed un giro turistico-agreste, che, tra andata e ritorno, per due volte al giorno, allungava il tragitto di soli 16 chilometri. La trovata ha avuto un successo incredibile: manifestazioni di giubilo sono ancora oggi organizzate da anziani ciclisti e portatori di handicap; pensate che sia l’AGIP che la FIAT hanno pubblicamente encomiato l’operato dell’assessore; infatti per suo merito c’è stato un incremento della vendita di carburante con un connesso logorio degli automezzi che ha contribuito non poco al sostegno dell’economia del paese. E’ un orgoglio per noi poter vantare come rappresentanti di questa città persone così vicine alle esigenze di noi cittadini e prive di qualsiasi interesse particolare se non quello di fare della città un fiore all’occhiello del circondario. Eppure di fronte a tale perfezione c’è qualcuno (i comunisti sono una specie dura da debellare – il Cavaliere docet) che si permette di dire che si dovrebbe prima pensare a rifare le strade e organizzare i parcheggi! Ma stiamo scherzando!! Ma vi immaginate che noia mortale sarebbe per noi viaggiare nel silenzio assoluto su una strada perfettamente asfaltata, arrivare a due - trecento metri dal Centro sicuri di parcheggiare e fare tranquillamente le nostre faccende? Come si fa a rinunciare alle nostre marmitte ballonzolanti, alle nostre sospensioni liquefatte, alla nostra radio sparataamillealtrimentinonsisentenulla, al nostro caro, impagabile stress per centrare un buco grande quanto un triciclo? E poi vuoi mettere la gioia riservata a coloro (prima erano pochi 
eletti ora sono un numero consistente) i quali vengono multati per divieto di sosta? Pensate, tale trattamento generoso e sopraffino è stato riservato a mia madre che, giovane scapestrata di 86 anni, aveva lasciato mezzo pneumatico del suo TIR (pardon, la sua 126) sulle strisce nei pressi di una farmacia (noto luogo di sballo e concentrazione di perditempo). Che inflessibili tutori dell’ordine vantiamo qui a Monopoli. Basti pensare che sono tutti assiepati al Centro della città, dove si sa che sono più frequenti e probabili le violazioni della legalità. Infatti in periferia, dove vale la legge della Prateria, l’educazione e la civiltà dei nostri concittadini ha consentito l’inutilità della presenza dei Vigili Urbani. Nei pressi del Bar Java a nord della città, vicino Lido Pantano, hanno da tempo dato in autogestione i parcheggi, che arrivano fin oltre la quarta fila e la coscienza civica degli automobilisti e motociclisti che transitano fa sì che essi non superino mai i 120 chilometri all’ora di velocità. D’altronde nel bar in questione si svolgono spesso congressi straordinari della Margherita, quindi tale assembramento è fisiologico.

Notevole è l’impegno dei nostri amministratori sul piano dell’organizzazione della cultura. Infatti sono giustamente cadute nel vuoto le proposte che qualcuno, infingardamente, avanzava, della realizzazione di un Grande Contenitore Culturale in città. Tale proposta è superata dai fatti. Prendiamo per esempio la kermesse di Sabina Guzzanti: i nostri amministratori hanno a cuore la nostra salute! Se ci dessero un ampio spazio da occupare per questi eventi noi non riusciremmo a mantenere la nostra forma fisica. Ci adageremmo, obesi e flaccidi nelle nostre comode poltrone invece di fare file e resse abnormi col nostro ventre ben schiacciato e sagomato! Alla fine abbiamo fatto un figurone: non abbiamo visto lo spettacolo, ma eravamo lisci e piatti come sardine!

Un altro settore nel quale il nostro comune è all’avanguardia è quello della promozione delle attività sportive. Anche qui c’è gente invidiosa, prezzolata e male informata che asserisce che il centro dell’attenzione dei nostri governanti è la squadra di calcio che milita in serie D e tutto il resto è lasciato nel dimenticatoio. Quale errore!!! Non è affatto vero che lo sport minore e giovanile sia trascurato a Monopoli! Infatti consistenti investimenti sono stati realizzati sui campi “Alternativi” di Via Procaccia. I terreni di gioco, rifatti quasi ogni anno, hanno raggiunto una
perfezione inimmaginabile. Sono difatti diventati polifunzionali: nella bella stagione vi si può praticare insieme il calcio e la Parigi-Dakar con la presenza di dune, cammelli e beduini vaganti; d’inverno, in collaborazione con la vicina Piscina Comunale si possono organizzare partite di calcio-nuoto e Wrestling nel fango. Grazie ad una recente potatura dell'erba dietro le tribune, è stato ritrovato il cane del custode che si era smarrito sei anni fa. Sono stati fatti robusti interventi sull’impianto di illuminazione, coinvolgendo il vicino parroco della chiesa di S.Francesco da Paola che ha fornito 22 candele da processione per potenziare la visibilità. Inoltre è stata data una decisiva sterzata sul tema della sicurezza con una imponente verniciatura di cancelli e ringhiere, e con la convocazione, durante lo svolgimento degli incontri di decine di disoccupati ed extracomunitari che sostengono a forza di braccia le tribune onde evitare pericolosi e sconvenienti crolli. Non conosco nel dettaglio le situazioni logistiche degli altri sport minori, ma sono certo che anche nei loro confronti il trattamento riservato è stato assolutamente prioritario.

In ultimo non posso esimermi dall’elogiare gli interventi effettuati sul fronte del dissesto idrogeologico. Per prevenire tali disastri sono state installate delle postazioni fisse di sorveglianza sugli edifici più alti e sul campanile della Cattedrale, dotate di vedette che in occasione di acquazzoni segnalano il percorso da compiere con vigorose urla: TERRAAAA!! TERRAAAAA! Si è anche deciso di modificare l’attributo dominante sulle insegne che accolgono i visitatori del nostro paese: da “Città Turistica” a “Città Carsica” che più si confà alle odierne caratteristiche geo-morfologiche.



Come vedete sono ingiustificate le velate critiche che occasionalmente giungono a toccare l’operato dei nostri governanti, le menti dei quali veleggiano ad altezze troppo nobili da raggiungere per l’angusto comprendonio di noi cittadini. Pertanto ringraziamo il cielo della loro presenza e sventoliamo orgogliosi lo stendardo con le tre rose bianche in campo rosso.

11 gennaio 2006

Compagno di scuola











Un compagno di scuola non è un viso qualsiasi. Non è un pezzo indistinto di folla, non è un frammento di universo negletto, non è una foto sbiadita nelle pieghe dei ricordi. Un compagno di scuola è una ventata di gioventù, un sorriso colorato d'azzurro. Un compagno di scuola è sempre una bella sorpresa. Anche quello che ti copiava sempre il compito di matematica, anche quello che ti toglieva la sedia da sotto il banco, anche quello che corteggiava la bella del primo banco e ti fregava le penne che scrivevano meglio. Un compagno di scuola è più di un amico, perchè ti ha segnato la vita nel suo periodo più bello, ti ha preso per mano e ti ha condotto oltre la soglia dell'innocenza, dove indietro non si torna e dove ti rimane solo un gesto, una risata, un'avventura speciale, una fuga proibita, un vecchio, dolcissimo e irripetibile compagno di scuola.

7 gennaio 2006

Monopoli : una poesia in dialetto.





U mére nuste (*)

Puste accóme ‘nu catenazze
strengìte m-minze a do vrazze
u mére nuste nan sépe u b-bène
chē ‘nge vóle u menupleténe.

Passe passe dē Tramundéne
u mule nuve â ròtte addrízze
â lemētúre i u mére grusse
acchjene ‘nē furtèzze

I ce t’ammìne còstē còste
i mèste d’assce di Fundēnèdde
te dőne u passe g-gjoste.

Nan te pére sòtte u Capeténe
de resperè l’arje du pèjúse
j-índe â chépe se fésce chjéne chjéne
u suspette ch’hè lasséte u parēvìse.

Mē quènne j-èsse sőpe â banghìne
nu sckaffe de vinde, de g-gènde, de grìde
na j-acchje nu crestjéne chē s’azzìde
pe t-totte u l-larghe j-ê sèmbe nē mujìne.

U  córe te fésce scurdè â fètìche
quènne t’affacce a u pórte andìche:
u meracle se sènde 
u timbe nan ‘nge pére
i vicchje sapene i pícce du mére.

Appícce i stúte, rosse i v-vèrde fésce:
stà m-móre nn’aldē scjurnéte
nan ‘ng’ēvaste nu pettóre o nu puéte
pe c-cundè u sőle chē scriêsce.

Mē quèndē sőle angóre annà scriè?

U mére s’aggìre i s’arrevòlde,
se fèrme i se guarde:
da ddè venèmme
i ddè amà t-turnè
‘stu mére m’agghje gudê
prìme de fè tarde.


Il mare nostro

Messo come un catenaccio
stretto in mezzo a due braccia
il mare nostro non sa il bene
che gli vuole il monopolitano.

Passo passo da Tramontana
il molo nuovo la rotta addrizza
il fortunale e il mare grosso
trovano una fortezza.

E se tu ti avvii lungo la costa
i carpentieri delle Fontanelle
ti danno il passo giusto.

Non ti sembra sotto la Capitaneria
di respirare l’aria del paese
nella mente si fa piano piano
il sospetto che hai lasciato il paradiso.

Ma quando esci sulla banchina
uno schiaffo di vento, di gente, di grida
non trovi una persona che si siede
per tutto il largo è sempre un trambusto.

Il cuore ti fa scordare la fatica
quando t’affacci al Porto Antico:
il Miracolo si sente
il tempo sembra fermarsi
i vecchi conoscono i capricci del mare.

Accende e spegne,
rosso e verde
sta morendo un’altra giornata
non basta un pittore o un poeta
per raccontare il sole che tramonta.

Me quanti soli
ancora devono tramontare?

Il mare si gira e si rivolta,
si ferma e si guarda:
da là siamo venuti
e là torneremo
questo mare mi voglio godere
prima di fare tardi.


(*) Ringrazio con affetto Gigi Rizzo che ha curato la corretta accentazione dei vocaboli dialettali applicando le imperiture norme del Dizionario scritto dal Prof. Luigi Reho.

6 gennaio 2006

perchè un blog?

Ciò che mi affascina è la possibilità di dare piena espressione a sè stessi, alle proprie considerazioni sul mondo, sulla vita senza filtri nè censure nè autocensure. Un centro di potere alternativo, una rivoluzione non-violenta, un pulpito nella piazza dei senza-padrone. Dicono che anche di questo dopo un pò ci si annoia. Non so, io mi ci butto a capofitto...