20.10.25

Un pizzico di tramonto



Stasera mi è restato in tasca
un pizzico di tramonto.
Lo terrò stretto nella mano
non vorrei mi sfugga
prima che ne faccia carezza
sui tuoi occhi stanchi.

E poi è quasi l’ora.
Sono felice,
tra una riga e l’altra
di una poesia mai scritta
ho letto che stanotte
mi porterai per mano
a ballare sulla luna.

Avrò una canzone
da farti indossare
per tenerti addosso
pelle su pelle
sogno nel sogno.

17.10.25

T’amai



T’amai.
È una forma verbale mendace.
Commette errore grossolano
chi coniuga al passato.

T’amai è degli sconfitti
anche in assenza
di un complemento oggetto.
T’amai è dei falsi,
dei misantropi o dei retori.

T’amai è dei vuoti
o dei troppo pieni di sé.
T’amai è dei narcisi,
dei millantatori, dei furbi.

T’amai è della ragione,
del senso comune,
del vezzo di stupire.

T’amai è di chi
ha tante pietre da metterci sopra
o da usare per lapidare.

T’amai è degli scrittori
e dei poeti che mettono
il punto all’ultima riga,
ma non hanno nulla da dire
negli spazi bianchi.

T’amai è di chi la notte dorme,
senza parlare con i muri
e non si confessa al diavolo
che vive sotto il letto.

T’amai è un ossimoro
temporal/grammaticale,
un refuso di un’anima
che ignora il potere del volo
e cammina con i sogni
dentro scarpe bucate.

5.10.25

Ottobre contrastato



Ottobre è un canto di vele
una carezza all’Est del mondo
veste un abito di lanetta
ma sfila con la bandiera.

Ottobre ha il sorriso
dei bambini indefiniti
quelli che resistono
quelli che volano.

Ottobre mi assale
con la sua afasia
un tempo mediocre
ma che resuscita l’unità.

Ottobre consolatore
riportami l’odore del mare
e il volto diafano di lei
ridere di gestí imbranati
e graffiare d’amore la poesia.