26.2.25

Try - P!nk



La mia reinterpretazione.


La domanda è sempre uguale:
Cosa starai facendo ora,
proprio ora?
Mi viene di chiedertelo
sotto la cenere
di un fuoco che non smette
non smette mai di bruciare.
Un fuoco che non uccide
perché il suo compito
è solo far soffrire.
Ma perché innamorarsi
se poi si deve bruciare?
Sarebbe più facile scomparire
che stare distesi tra le domande.
Non so se riuscirò ad alzarmi
ma devo provare e riprovare
provare e riprovare
per tornare a camminare
e spegnere questo fuoco.
Provare e riprovare
provare e riprovare
fino a quando tornerò a camminare
fino a quando mi chiederò ancora:
Cosa starai facendo ora?

24.2.25

Abissi di luna



E così, in sincrono
mentre la luna si fa mare
mi assale la tua onda
inabissandomi e frugandomi,
anima dissetante,
densità, unicità, furore,
infine estremo candore,
trabocchi da tutti i pori
a secernere mistero.

18.2.25

Ti riconobbi



Ti riconobbi subito.
Ti portavi il cuore addosso,
cieco ed incredulo.
Strascinavi i pensieri
su letti di lacrime disseccate.
Le tue guance si chiedevano
se davvero
avessero inventato i sorrisi.
Camminavi scalza
sulle spine degli inganni.

Ti riconobbi subito.
Ti avevo baciato la fronte
prima di nascere
sapendo
che saremmo dovuti morire tante volte
prima di incontrarci.

16.2.25

Posso?



Posso slegarti i capelli?
Portarti in bici,
regalarti conchiglie,
sporcarti di sabbia e sogni,
leccarti gli sbuffi di nutella?

Ti va se riavvolgo il nastro
perché non so se ho capito bene
quella volta che mi hai detto
“sono tua”?

Posso, per favore,
dimenticarmi
come ti ho conosciuta,
inciampando nei sorrisi,
per incontrarti di nuovo?

Posso? Su dai facciamolo…

12.2.25

Le dita del poeta



Meteore astrattive
trafiggono orizzonti verticali
indicati da ossessive falangi
mentre il poeta
percuote parole desuete
inesausto carpentiere di sogni
scalpiccia mirabilie
sfaccendato d’amore.

9.2.25

Someone Like You - Adele



La mia “rilettura”

Ti chiedo scusa
se ogni tanto senza permesso
ti trascino nei miei pensieri.
So che hai una vita tua
che forse sei felice
perché hai le cose
che io non ti potevo dare
perché era impossibile
cercarle sulle nuvole.

Mi sembra ieri
che la luna ci raccontava favole
e mi sembrerà sempre ieri
anche tra mille anni.

Ti chiedo scusa per i miei sogni
in cui ti invito a ballare
ma volevo ti ricordassi
quando mi dicevi
“Saremo in tre
io te e i calzini spaiati
e, dai,
qualche volta l’amore dura
anche se a volte fa tanto male”.

Non fa nulla
troverò una come te,
altrimenti la inventerò
e le scriverò lettere d’amore
su post-it attaccati al cielo.

Ti chiedo scusa
per le mie poesie
sono troppo invadenti
perché leggere come le stelle,
ma volevo ti ricordassi
quando mi dicevi:
“Saremo in tre
io, te, e le macchie di caffè
perché, dai,
qualche volta l’amore dura
anche se a volte fa proprio male”.

3.2.25

My way - Frank Sinatra


La mia reinterpretazione:

Un giorno malaticcio
di un febbraio informe
mentre camminavo
su una strada
acciottolata di pensieri,
scalciando parole mal viste,
mi sono voltato indietro
richiamato nel dubbio
dalle mie stesse scarpe.

E ho guardato le cose
con le loro anime lasciate,
ciò che ho amato e perso,
ciò che continuerò ad amare
le sconfitte illuminate,
e le vittorie oscurate.

Ma sono stato io
e l’ho fatto a modo mio
con in saccoccia gli sbagli
le tentazioni e gli inganni.

Solo io ho camminato
su questa polvere di eventi
e tutte le volte
che ho travolto qualcuno
ho chiesto perdono
fuori e dentro di me,
molto dentro di me.

Ma sono stato io
e l’ho fatto a modo mio
con in testa la vita
e la voglia di sogno.

E ora sono qui
non manca molto ormai
in alto ci sono stelle sconosciute,
mondi fantastici
e sono grato a me stesso
per la strada che ho percorso
amando, soffrendo,
ferendo e ferendomi.

Ma sono stato io
e l’ho fatto a modo mio.