27.4.25

Claudicare



Mentre il tempo
s’impiglia ai passi
incerti e bizzosi
di un aprile stentato,
mi rigiro nel tuo pensiero
premura di golfo accogliente
oasi e madre,
tana del mio scorrere d’inerzia.

26.4.25

Voglia di poesia



Quando hai voglia di poesia
non è complicato:
porgimi il tuo bicchiere
dove hai lasciato il rossetto,
appoggia il piede
sul mio petto,
sorridi,
così spegni le stelle,
leggi le mie labbra
e ti sporgi sull’infinito.

21.4.25

Sempre rincorrendo Pessoa



L’unico indizio
della coscienza di esistere
è l’impulso al porsi domande.

Quando la curiosità
esprime forza centripeta,
coglie la possibilità
che l’autentico essere
non sia “oltre”,
ma che noi stessi
abitiamo un “oltre”:

uno dei milioni
sui quali pochi altri
si pongono domande.

7.4.25

Missive disperse



Il vecchio impiegato
dell’Ufficio Postale
piegò gli angoli delle labbra
e, contemporaneamente,
sollevó, senza apparente sforzo,
le virgole dei sopraccigli.

Mi giudicava così,
appeso al suo sarcasmo,
mentre dalle mani
mi scappava via
l’ennesima lettera
inutile come una prigione.

Tutte quelle poesie
le recapitava lui
ai cuori trasferiti,
indirizzi inesistenti,
destinatari sconosciuti.

Lo pagavano profumatamente
per generare l’illusione
di averle consegnate.

1.4.25

L’inganno d’Aprile



Aprile
è un rubinetto che perde,
un mozzicone di sigaretta
acceso nella notte umida.

Aprile ti mette in disordine
le coperte, i pensieri, i desideri
e cammina scalzo
nascondendo le pantofole
sotto un letto di malinconie.

Aprile tenta di ingannarti
con i colori a pastello
su logore tende di grigio.

Lui è in buona fede:
lo capisco in ritardo
quando mi ha già lasciato
correndo verso il mare.