dell’Ufficio Postale
piegò gli angoli delle labbra
e, contemporaneamente,
sollevó, senza apparente sforzo,
le virgole dei sopraccigli.
Mi giudicava così,
appeso al suo sarcasmo,
mentre dalle mani
mi scappava via
l’ennesima lettera
inutile come una prigione.
Tutte quelle poesie
le recapitava lui
ai cuori trasferiti,
indirizzi inesistenti,
destinatari sconosciuti.
Lo pagavano profumatamente
per generare l’illusione
di averle consegnate.
piegò gli angoli delle labbra
e, contemporaneamente,
sollevó, senza apparente sforzo,
le virgole dei sopraccigli.
Mi giudicava così,
appeso al suo sarcasmo,
mentre dalle mani
mi scappava via
l’ennesima lettera
inutile come una prigione.
Tutte quelle poesie
le recapitava lui
ai cuori trasferiti,
indirizzi inesistenti,
destinatari sconosciuti.
Lo pagavano profumatamente
per generare l’illusione
di averle consegnate.
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