27.10.20

Altalena

La vita è come un'altalena.
A volte ci sembra di ribaltare.
Stringiamoci forte alle nostre certezze,
siamo meravigliosi nella nostra umiltà,
nel nostro amore per il bello,
nel nostro senso di giustizia.
Dondoliamoci pazienti:
qualcuno alla fine ci accoglierà
a braccia aperte.

Quel sorriso

Ricorderai quel sorriso
nelle notti di pane
nei meandri tortuosi
dove si può smarrire il senso,
quel sorriso di sale e dolore
quel giorno che è salito un sole
ed hai stracciato il buio.

Ricorderai quel sorriso
e canterai alla notte.

26.10.20

Viaggio di un passero


Ho preso il mio cuore
avvolto in un pacchetto
carta di carezze stellate
due nastri di coccole rosa
appeso al becco di un passero
gli ho detto di portarlo
fino al nido del mio amore
fra i rami del ciliegio
dove si posano i miei baci.

Al di là del mare

L’anima si veste di tristezza 
quando il sole si tuffa nel mare
e - scalza - su pavimenti d’ombra
rimira la porta del silenzio.

Lì in fondo a quel lenzuolo di cielo
vagano i nostri ricordi, senza bagagli,
sogni arruffati, desideri sudati
particelle genuflesse di preghiera.

Lì seduti su troni incastonati d’utopie
riposano vermigli sfilacci di passioni,
cupi rimpianti cavalcano rondini,
organi intonano melodie d’oltremare.

È lì che ci ritroviamo noi spiriti liberi
indocili, irrefrenabili, romantici,
noi cuori dispersi, piloti della fantasia,
noi irriducibili poeti dell’impossibile.

23.10.20

Accerchiati

Su di un destino brullo 
accerchiati da ciottoli
aguzzi di vermi brulicanti
rossi caduchi ristiamo.

Noi petali scomposti
mercé di velenose brezze
tendiamo muscoli di sole
agganciati al sogno d’amare.

22.10.20

Arcobaleno


Amore 
hai perduto un sorriso
ti è sfuggito nel mio cielo
arco di vertigine celeste
ha trafitto l’iride
sisma di cento cuori
si è tuffato in mare
trascinandomi l’anima.

Sirena

Scivola
sapido unguento
dolce carezza d’opale
vellicare d’argentina spuma
la tua pelle di sirena
grinza di brividi sensi
mi perdo al tuo canto
volo al tuo angelico grembo
culla di estatici sogni.

Allo stremo

Quando sei stremato
quando tocchi il fondo
quando ti vergogni
di lacrime e lamenti
quando ti pesa un sorriso
eviti un discorso
nascondi un saluto
quando hai sempre
quel maledetto peso
incastrato tra le costole
quando tutto è circostanza,
convenzione, routine
quando - distratto -
ti sfugge dalla mente
un ricordo di luce e fiori
e ti scava crepacci nel cuore

quando accade tutto ciò
ecco
ti senti pronto
a tendere il braccio
a chi arranca dietro di te.

Autunno


Ogni foglia che calpestiamo 
melanconico autunno
è un frammento di passato
che craccheggia reclamando
non divenire oblio di vento
rimozione forzata
memoria dilaniata.

In punta di piedi adunque
scostiamo delicati
particelle di cuore
che non osiamo triturare.

Non cercare lontano


Non cercare lontano 
se vorrai chiamarmi
sarò rugiada per la tua sete,
plasma per le tue vene,
tappeto per i tuoi piedi,
carezza per le tue piaghe,
armonia del tuo piacere.

Sarò zucchero, fiore, vento,
onda travolgente,
folgorante stella della notte:
non cercare lontano
sono chiuso nel tuo sogno.

Mi farò scardinare
e poi ti porterò lassù
dove riposano i gabbiani,
danzano gli Elfi,
fuggono le comete.

Bacerò le tue orme
allagate di plenilunio,
berrò alla tua fonte
vanigliata di sogno.

Ti porterò con me
passeggiando tra viali
di stelle innamorate,
e ti chiederò in sposa
in ginocchio sull’Eterno.

12.10.20

Le due facce

Quante rughe 
sotto quella maschera
di rosso sperduto
e quel naso ridicolo
su piaghe incancrenite.

Lacrime
raccolte nell’invaso
di un sorriso sferzante
e quel passo saltellante
su chiodi arrugginiti.

Quanti vuoti
colmati di fretta
ciechi di convenzioni
e quel glissare amorfo
su ricordi spiattellati.

Rido, si, a crepapelle
mentre il cuore scoppia
le due facce si canzonano
in tragicomico refrain
s’arrotola perfida simbiosi
d’amore ricucito d’oblio.

7.10.20

Partenze


Ho preso la valigia 
dal soppalco dei “forse”
l’ho spolverata
col panno dei “perché”
l’ho riempita
di spazi di “voglio”
l’ho serrata
con i lacci di “coraggio”
e ora rullo
sulla pista del desiderio
decollerò
nel cielo dell’amore.

Aspettami seduta sulla
prima nuvola.

3.10.20

Dimensioni parallele


Mi arrovello
graffiando ricordi
incistati di smeraldi,
cercando di estorcere
brandelli di firmamento
spalmati e plasmati
sulla tua anima.

Eri dovunque
eri cielo, casa,
eri letto, voglia,
crema da leccare,
verso da decifrare,
eri colore sconosciuto, 
ricolmo di lucido stupore.

Avevi sconvolto l’anatomia
posizionata com’eri
fra cuore e cervello.

Ti sentivo pulsare
e flettere, 
scorrevi fibra su fibra,
emettevi grumi adrenalinici,
follia di cellule lubriche,
esplosioni siderali.

Volavi fra le arterie,
rossa di nettare divino.

Mi annullavi e morivo di te.

Ci siamo persi
nel vuoto cosmico,
annichiliti
dagli dei del silenzio,
noi, melassa di stelle,
magma di sogni,
fusi corpi celesti.

Fragili asteroidi
fiondati sul Nulla,
su orbite parallele
ci stringeremo le mani
e ci ameremo ancora,
nudi, stesi sulle galassie.

29.9.20

La collina dei miraggi

Quando l’autunno 
sferza il viso
della mia collina
ritorce la ferita
tra macchie sempreverdi
immote mai dome
e affonda la lama
gelido staffile
come questo maestrale
spettina di nubi
dietro il cerchio lunare
il tuo assurdo sorriso.

Avevo imparato
a rincorrere i tuoi voli
pure propaggini di sole
trionfo delle mie ali
òmega e nirvana,
bacio d’estasi,
vaga stella dell’Orsa,
dove sei finita?

Precipitata in oblio
falso spietato miraggio...

A terra resto
curvo di domande
nudo di silenzi.

24.9.20

Amarsi

Amarsi 
è bere il sole sul corpo
umido
fondere umori
con la febbre del peccato
violare gli anfratti
furiosi dell’anima
infine donarsi
unico moto perpetuo
servente satellite
al pianeta dell’estasi.

Autunno


E venne il tempo delle ombre lunghe 
dell’incespico irato e disperso
sulle pozzanghere della misoginia
che lasciano il cuore sporco
con il capo rivolto all’indietro
assatanato di vuoti a perdere.

Scivolare così nell’entropia
centellinando bytes d’assurdo,
mulinando versi schiaffeggiati,
abbeverandosi a gocce d’esilio
perverso ammutinamento d’ali.

L’eco battente del mio passo umido
è un’irridente cadenza frustrata
e la luce di un lampione bugiardo
proietta beffarde silhouettes
maschere di annoiate sirene.

Questo dedalo di viuzze morte
è groviglio dove arrabatto il tempo:
un autunno di foglie macerate
che hanno perso linfa e ardore
quando il buio ha celato l’orizzonte.

21.9.20

Giornata mondiale dell'Alzheimer


La tua storia
spezzata
raccolgo nelle mie braccia.

Ogni mattina mi presento
e ti lascio la sera
dopo averti raccontato la tua vita.
E mi chiedi “chi sei?”
“un amico, un bambino
un foglio bianco, il tuo sogno
nel cassetto”
sono quello che vuoi
e quello che mi chiederai di essere.

Ogni mattina ti porto
il saluto del cielo
chiuso nel soffitto della casa
che hai vissuto
la casa dei tuoi amori
delle tue stoviglie
delle tue spezie
dei pannolini e dei diplomi.

Ogni mattina
ti parlo del tuo paese
le tue strade di corsa
i tuoi affanni
le scuole di gesso
le piante, la sabbia del mare.

Ogni sera ti ricordo di amarmi
perché il giorno dopo
possa presentarmi
e raccontarti la tua vita.

Acrobazie d'amore


Non ti muovere Giulietta 
sono subito da te
mi sollevo su di un sogno
pedalando sulla pista delle farfalle
in equilibrio su venti di follia
per baciarti vicino al sole.

18.9.20

Invocazione


Non vorrei più credere 
a passioni lacerate da chimere
pulsioni cementate di sogno
ricami di aquiloni
nei cieli rosa dei sospiri.

Non vorrei più macerare
livido d’infranti speranze
affannato di cime colorate
il mio cuore fradicio d’inedia.

Sto introiettando il senso comune
di un’esistenza illogica e piana
tagliata dei picchi di sublime
franata di liquide macerie
stagno di lacrime perenni.

Ma alzati in piedi - se ci sei -  
irritante Dio del Silenzio!

E smentisci questa deriva
dove lento prende la fonda
il gozzo del mio cuore
inerme agli uggiosi venti
di un cinereo autunno.

Separa ancora le pareti del cielo
inietta folgore nelle vene riarse
portami dove si aprono
le cateratte dell’impossibile
avvolgimi d’infinita aurora.

16.9.20

Rondini


Fra le nuvole un volto
e girotondo di rondini
con la mano cerco
afferrare invano
la solidità del vento
perché soffi ancora
essenze ubriacanti
vorticose e birbanti

ma è un attimo
le rondini bucano il sogno
hanno mondi per giocare
hanno vite per amare.