30.12.20

Porto sicuro

Ti aspetto.
Nemesi di ogni tempesta.

Vieni ad ormeggiare il tuo cuore
sarò faro per le tue notti
ombra per la tua pelle di luna
àncora dei tuoi desideri smarriti
gòmena della tua disperazione.

Sarò vento placido
sui tuoi fianchi di velluto
lento sciabordio dei sensi
ti sazierò di pace interiore
calmerò la tua sete di sole.

Vieni ad ormeggiare il tuo cuore
vieni a liberare la tua stiva di dubbi
sarò banchina capiente,
accoglierò le tue paure
in un magazzino di sogni.

Vieni a dissetare il tuo silenzio
sarò musica e parole
canto di gabbiani
danza di delfini,
vieni ad attraccare
nuda di conchiglie,
sarò molo di passione infinita.

Vieni ad ormeggiare il tuo cuore.
Ti aspetto all’incrocio
tra mare e paradiso.

29.12.20

Emergenza d'amore


Dammi la mano e corriamo
scalzi sudati di risa
balliamo sul marciapiede del mondo
senza l’affanno del tempo
che abbiamo lasciato indietro
 
corriamo saltiamo le buche
pestiamo le pozzanghere
laviamoci la faccia di vino
rosso come il colore del cuore
graffiamoci i fianchi
di cespugli innamorati

fermiamo il traffico
passiamo noi per primi
precedenza agli amanti
emergenza di passione
sberleffi agli incolonnati

oltre il vostro caos
noi abbiamo un appuntamento
con un sogno malandrino.

21.12.20

Una lettera di Babbo Natale


Stasera nel mio caminetto ho trovato questa lettera con un biglietto che mi pregava di diffonderla perché - c’era scritto - “Babbo Natale non ha molta dimestichezza con i Social”.
Pertanto provvedo a pubblicarla.

Cari bambini
quest’anno oltre a leggere le vostre bellissime lettere ho deciso di scrivervene una io.
È stato questo un anno molto brutto. Lo sapete bene, ve lo hanno detto tutti, a casa, a scuola, lo vedete ogni giorno quello che accade. Ebbene, anche io sono un vecchietto e, anche se ogni anno faccio un lavoro molto importante e faticoso, ho paura di ammalarmi e non potrei più portarvi i doni che chiedete. Perciò quest’anno ho chiesto un favore a Gesù Bambino. Oltre alle renne, mie amiche fedeli che da tanto tempo mi trasportano in giro per il mondo, ho chiesto che tutti gli animali della Terra mi aiutino nel mio lavoro. Perciò quest’anno i micetti, i cagnolini, i coniglietti, gli uccellini e i canguri, persino i cammelli e le giraffe (utili per i piani alti) vi porteranno i doni, ed io osserverò la situazione a distanza così come è giusto che sia. Anche quest’anno, se avete fatto i bravi bimbi (ed io sono sicuro di si), sarete accontentati. Però, in quest’anno così strano, devo chiedervi una cosa. A mezzanotte, se i vostri nonni non sono con voi, per qualsiasi motivo, fermatevi un secondo e pensate forte forte a loro. A quando vi prendevano in braccio e vi facevano il solletico, a quando vi compravano il gelato al cioccolato con il vostro muso e la maglia che diventavano marroni. A quando vi raccontavano sempre la stessa favola che però ogni volta era diversa. A quando vi spiegavano il significato di una parola in italiano o nel vostro dialetto. A quando vi accompagnavano a scuola e fermavano il traffico con le mani. A quando chiedevano a voi come diavolo funzionava quella specie di telefonino, o come si vedono le foto sul computer. E soprattutto a quando vi dicevano “sei il mio capriccioso tesoro”. 
In quel momento, a mezzanotte, loro saranno insieme a voi, nei vostri pensieri e nei vostri cuoricini. 
Ed anche in quelli dei bambini come voi, meno fortunati, ai quali Babbo Natale, cioè io, non riesco ad arrivare, perché ci sono le guerre e le malattie. Coraggio bambini, tutto passerà e ci rivedremo l’anno prossimo in un mondo migliore.
Buon Natale.

Il vostro Babbo Natale.

 

17.12.20

Vulcano

Ora sono magma 
indefinito miscuglio
corrente sorgiva di fuoco
abbarbicato prigioniero
in ventre di pianeta
orbitante nel mistero.

Scorro veloce
tra rocce millenarie
sproni aguzzi
e lance di granito.

Fluisco e m’intrufolo
in assurde crepe del tempo
tra miraggi di luce
e sprazzi di cenere bionda.

Infrangerò infine il mantello
che schiaccia i miei sogni
renitenti vampiri d’albe.

Muoverò oceaniche faglie
per risalire in superficie
esploso di energia vitale,
eromperò a baciare il cielo
infine libero d’amare.

14.12.20

Proiezioni


Quando non sarò più corpo
rarefatto nell’aere,
centrifugo di vibrazioni,
sospiro di stelle
e pensiero di luce,
folgore di sogno,
intuizione d’eterno,

allora sarò battito delle tue ciglia
alito dalla tua bocca,
nuda epidermide dorata,
fuoco del tuo ventre,

sarò il tuo satellite stazionario
oceano sulle tue rive
rimboccherò i tuoi desideri
con le mie coperte di baci
ti dondolerò lentamente
sull’altalena del mio cuore.

11.12.20

La solitudine dei ragazzi


Quanto può far male un sorriso 
se fissa momenti perduti
se nella folla sei solo,
se scopri che rideva la bocca
ma piangeva il cuore
e non ci credi, NON CI CREDI.

Quanto può far male un sorriso
se ora ti sembra tutto falso
se t’insegue una scia di banalità
se hai sete di risposte
e la tua gola è secca di pianto
e i tuoi passi suonano stanchi.

Quanto può far male un sorriso
se rimbalza tra le pareti del cielo
dolce, argentino, inebriante,
e vorresti afferrarlo e chiuderlo
per sempre dentro di te
e vorresti tornare indietro
e cambiare tutto, girare il verso
eludere la sorte, virare il timone.

Quanto può far male un sorriso
e vorresti ridere al suo posto
e carezzare il suo destino
dal versante del paradiso

9.12.20

Il peso dell'anima


Mi porto addosso 
le mie domande
scrutando un tramonto
che ha indossato vesti inadatte
scolorando cromatiche attese.

Mi pesa l’anima che cammina:
molto meno quando s’invola
infante gabbiano di luce
volteggiando ubriaca di versi
che raccolgo spaiati 
tra ghirigori di stelle.

La stanza del dolore


Ogni giorno entro 
nella stanza del mio dolore:
non mi faccio più inseguire,
lo vado a trovare
come un vecchio amico.

Ci parlo un pò, lo attraverso,
gli conto gli anni e le piaghe
le sconfitte e la rabbia,
le falsità e l’odio
e alla fine gli dico: “Non lasciarmi.
Non lasciarmi fino a quando
non sei certo
di non farti vedere mai più.”

Poi esco da quella stanza
e vedo il dolore vero.

4.12.20

Free climbing


Free climbing 
sull’umido clivo
scivoloso di rimmel:
mi aggrappo disperato
a tiranti acidi
agogno il lago turchino
dove ciglia d’agave
righeranno d’amore
le mie stanche membra

30.11.20

Mani

Mani che stringono
mani che rigano
mani che cercano mani
mani di altre mani.

Mani che scaldano
mani che vivono su mani
mani che muoiono su mani.

Mani che disegnano
mani che scrivono su mani
mani che amano altre mani.

Mani da sole
mani vuote
mani che sanguinano.

Le mie mani monche
senza le tue mani.

Follia

Ti sento fremere 
mentre passo e ripasso
con i miei sfiori liquidi
studiando ogni curva
dolci invasioni d’anfratti,
bollicine urlate di voglia.

Scivolo tenue in calde discese
e tu implori pause e ritorni,
sali delirante in cima al sole.

È folle amarti così all’infinito.

Scalza

Il profumo dell’erba
ti fa scia
mentre scalza
saltelli sui miei sensi
e mi fai sorridere,
la tua follia mi fa sorridere,
tutto di te mi sorride,
mi solletica, mi gingilla.

Non hai una linea retta,
capovolgi le logiche,
ribalti le regole,
corrompi i precetti.

Mi giri intorno,
trottola sensuale
e mi trascini succube
rotolando sulle tue curve.

Sei un turbine di sole,
disegni archi di cobalto
inanelli corone di stelle
che ruotano nel mio universo.

E mi lascio andare
macchiato di rossetto,
intriso di erba e rugiada,
confuso di sazietà,
mentre scalza ti allontani
cantando a rose e ciclamini.

26.11.20

Murales

Mi è sfuggito un pennello 
lo avevo perso
fra le pieghe dell’anima:
ha unito di nascosto
i brillanti delle stelle.

Attonito mi fermo
a guardarmi dentro.

Ciao Diego

Oplà 
E la palla non c’è più!
Ci hai preso per mano
e ci hai portato
nel tuo Castello magico
con il prato verde smeraldo.

Oplà
Ci fai girar la testa
La palla ha preso vita
Ce l’abbiamo sulla schiena
No! Sotto le gambe
No! È diventata un uccellino!

Oplà
A bocca aperta c’incantiamo
Siamo tutti sul tuo prato
Vogliam scoprire il trucco
Macché non c’è inganno
Solo un artista col pallone.

Oplà
Hai terminato il tuo numero
Applausi a scena aperta
Un sorriso alla tua Napoli
La seconda Buenos Aires
Ora dribbling fra le nuvole.

San Pietro è pronto ad arbitrare
La tua partita con gli Angeli.

24.11.20

Fibonacci day



Sei tu poesia dei numeri
la mia progressione lineare
il mio girotondo di spirali,
vertigini geometriche
sprofondi quantistici
tu - mio unico Teorema -
hai risolto le mie equazioni
ma sei fuggita con la soluzione:
ti cerco su pergamene stellari
esule numero primo.





















23.11.20

L'amore è analfabeta

Tu mi esisti 
mi bisogni
io ti culmino
ti volo
ci impazziamo
ci profondiamo.

L’amore è analfabeta.
Viaggia su codici alati.
Mastica stelle non verbi.
Una babele dorata
dove solo due anime
si comprendono.

Ed emettono sogni.

Giro ancora gli angoli


Giro ancora gli angoli 
intonacati di breccia
sanguigna
sentendo i tuoi passi
indiscreti
calpestarmi le palpebre.

Giro ancora gli angoli
dietro la tua scia
insaziata
turgida di labbra
infuocate,
umida di ardore.

Fessure di cielo


Buongiorno a te 
che voli fuori
dalle pareti del tuo tempo
il tuo cuore è oltre
i tuoi occhi avanzano nel vento
passeggi su fantastiche nuvole
prendi per mano fessure di cielo
e plasmi forme colorate d’infinito.

19.11.20

Ape operaia


Rimbalzo 
sui miei sogni
come ape operaia, 
raccolgo nettare di te, 
gustoso fiore multicolore
avidamente succhio,
centellino, m’intingo,
ritorno al volo,
avvolto di sole, 
ubriaco di gioia.

Balia dei venti


Abbandonarsi così
in balia dei venti:
il Maestro asciuga, 
lacrime invadenti,
lo Scirocco frulla,
ricordi come pietre,
Levante accoglie
migranti dell’anima
e la brezza di Terra
rotola letti di foglie,
gioca a rimpiattino
con l'ultimo crepuscolo.