Ricordo che ci rimasi davvero male. A scuola andavo un anno avanti e ci sono state sempre forti probabilità che fossi il più piccolo della classe. “NON ESISTE! È TUO PADRE!” È giù tante risate di scherno. Mi rifugiavo in un sorriso forzato, ma non mi convincevano. Non mi hanno mai convinto con le loro certezze spudorate. Cominciai a investigare da qualche giorno prima di Natale per captare dei movimenti sospetti in casa, o per cercare dei nascondigli dove potevano trovarsi dei pacchetti. Ma se avevo chiesto dei regali ingombranti, dove diamine potevano conservarli? Mmmm. No, questo provava che solo qualcuno capace di miracoli poteva riuscirci. E quelli stupidi potevano ridere quanto volevano. Evidentemente loro erano stati mascalzoni per anni, ed erano stati giustamente ignorati. Comunque per sgombrare tutti gli equivoci, la sera della vigilia mi tenni all’erta. La visita veniva preceduta da una processione con mamma nelle vesti di capostazione del trenino ed io a fare la locomotiva con il bambinello nelle mani. Cantavamo tutti, e le stelle scendevano ugualmente, nonostante le stonature che le avrebbero potuto scoraggiare. Dopo aver depositato l’infante nella culla, mamma ordinava le preghiere. Qualcuno che aveva scordato il catechismo inciampava e balbettava o muoveva solo le labbra. Io rischiai lo strabismo con un occhio al presepe ed uno alla porta d’ingresso. Di solito lui scampanellava dopo l’Eterno Riposo. Non so perché mio fratello ogni anno doveva andare in bagno. La mamma comandava l’evacuazione del salone perché le visite, secondo lei, dovevano avere un clima di privacy. Io volevo resistere, ma mi veniva velatamente suggerito di obbedire, altrimenti il visitatore poteva prendere altre destinazioni. E puntualmente il campanello avvisava che qualcosa era successo e mio fratello tornava dal bagno, ogni volta più sollevato. Mannaggia, visto che avevo ragione! I pacchi erano lì sotto l’albero e mio padre sulla poltrona! Ero trionfante! Sarei tornato a scuola senza dir nulla, ma con quell’aria di superiorità che spetta di diritto a chi mantiene salde le proprie ideee contro tutto e tutti.
E ancora oggi quando qualcuno mi vuol far credere che non ci sia più nessuno intorno all’albero e al presepe, sono io che rido e li sberleffo. Sono tutti lì presenti e chi non li vede è un vecchio mascalzone. E il pacchetto, ogni anno, io lo ricevo. È pieno di parole nuove da mettere in fila per giocare e descrivere il mondo, le cose belle e brutte, le gioie e i dolori, l’Amore che vince e la vita che continua.
Sempre bello leggerti 👏🏻👏🏻👏🏻
RispondiElimina🎄🎁🎅🏻