annodata ai profumi
di un parco antico.
Penzolava attraente
verso sguardi curiosi
e braccia smanicate.
Defilato e trasparente
attendevo anch’io
con sommesse vibrazioni
di vedere il primo salto
su quel sedile di legno.
Furono dei capelli
dal colore di corteccia
che si agitarono
capricciosi sulla schiena
e vidi partire la rincorsa.
Dolci erano gli ondeggi
con le materne spinte
in un trionfo di sorrisi
e la manina sollevata
a fare ciao alle nuvole.
Volli accostarmi
a chiedere con lo sguardo
un segno d’intesa
per aiutare anch’io
a prendere in giro le rondini.
Il mento si abbassò,
il sorriso si divise,
raccontai una storia
di fatine ed aquiloni
e per qualche minuto
il parco ammutolì.
È passato tanto tempo
il parco non c’è più
e nemmeno l’altalena:
oggi c’è una donna
che non ricorda più
e mai ricorderà
chi giocò con lei
in un balbettio
di primavera.
di un parco antico.
Penzolava attraente
verso sguardi curiosi
e braccia smanicate.
Defilato e trasparente
attendevo anch’io
con sommesse vibrazioni
di vedere il primo salto
su quel sedile di legno.
Furono dei capelli
dal colore di corteccia
che si agitarono
capricciosi sulla schiena
e vidi partire la rincorsa.
Dolci erano gli ondeggi
con le materne spinte
in un trionfo di sorrisi
e la manina sollevata
a fare ciao alle nuvole.
Volli accostarmi
a chiedere con lo sguardo
un segno d’intesa
per aiutare anch’io
a prendere in giro le rondini.
Il mento si abbassò,
il sorriso si divise,
raccontai una storia
di fatine ed aquiloni
e per qualche minuto
il parco ammutolì.
È passato tanto tempo
il parco non c’è più
e nemmeno l’altalena:
oggi c’è una donna
che non ricorda più
e mai ricorderà
chi giocò con lei
in un balbettio
di primavera.
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